Scoperta una casa a luci rosse Escort di lusso per ricchi cinesi

PIOVE DI SACCO. Era arrivata sino in città la lunga mano del racket della prostituzione cinese che aveva base a Mestre e che nella giornata di ieri è stato portato alla luce dai carabinieri della città lagunare. A Piove di Sacco, c’era infatti uno degli appartamenti periferici rispetto all’hinterland veneziano, insieme a quelli di Jesi e Macerata, che servivano alle ragazze per accogliere la clientela. Preso in affitto proprio in centro storico, è stato usato per alcune settimane nel corso del 2016.
le menti
Una vicenda di prostituzione clandestina che si era chiusa già la scorsa primavera, con il giudice per le indagini preliminari Raffaele Incardona che ieri ha disposto l’esecuzione delle misure cautelari a carico delle tre donne, le menti che avevano organizzato tutto nel dettaglio.
Yuefeng Xiao, 33 anni di Mestre, e Chunhua Yang, 42 anni di Castelfranco Veneto, dovranno rispettare l’obbligo di dimora e presentarsi ogni giorno in caserma, mentre per Lizi Wang, 52 anni di Reggio Emilia, sono scattati gli arresti domiciliari e il braccialetto elettronico.
L’accusa è quella di reato di sfruttamento della prostituzione, commesso a partire dal 2016. L’indagine era scaturita da alcuni accertamenti svolti dai carabinieri partendo da un sito internet sospetto che pubblicizzava appuntamenti a Mestre, zona Piave, offrendo rapporti sessuali a pagamento di qualsiasi tipo con giovani donne attraverso un numero di cellulare. Proprio dall’utenza, i militari hanno poi individuato i vari appartamenti.
All’interno delle case di appuntamento decine di giovani ragazze cinesi venivano costrette ad avere rapporti sessuali a pagamento con i clienti forniti dalle tre indagate.
500 euro a notte
Alcune arrivavano dalla Cina in aereo anche per una sola notte, per soddisfare le richieste di facoltosi turisti cinesi alla ricerca di squillo di lusso.
Qui venivano soddisfatti i desideri di chi cercava sesso senza precauzioni e di ogni tipo, ma non solo. Gli uomini d’affari o i ricconi cinesi che risiedevano in alberghi a cinque stelle di Venezia e terraferma, potevano chiedere anche il servizio direttamente nell’hotel, pagando fino a 500 euro a notte.
Per accontentare i propri clienti le tre matrone allestivano suite personalizzate in base alle preferenze, dove non mancava l’idromassaggio e altri comfort.
Se i clienti erano più poveri, si organizzava lo stesso, a partire da 50 euro. Le prostitute erano cinesi giovanissime che arrivavano in Italia con la promessa di un lavoro, ma che poi rimanevano impigliate in una rete di giri a luci rosse L’appartamento mestrino era in un condominio con case affittate da altri connazionali, con le giovani prostitute che lavoravano in cambio di vitto e alloggio.––
Alessandro Cesarato
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