Scuola, nel Padovano 687 prof in pensione da settembre. Dopo il caos regole ora è allarme organici

Richieste senza precedenti per lasciare la cattedra al via del prossimo anno. Vascon (Cisl): «Altro elemento di incertezza»
Studenti di nuovo in classe nelle scuole professionali di Padova e provincia per preparare gli esami di qualifica e di diploma. All'Enaip di Conselve (corsi per meccanici e servizi commerciali delle vendite) gli alunni hanno seguito le lezioni con la mascherina, seduti dietro a banchi distanziati, 10 giugno 2020..ANSA/NICOLA FOSSELLA
Studenti di nuovo in classe nelle scuole professionali di Padova e provincia per preparare gli esami di qualifica e di diploma. All'Enaip di Conselve (corsi per meccanici e servizi commerciali delle vendite) gli alunni hanno seguito le lezioni con la mascherina, seduti dietro a banchi distanziati, 10 giugno 2020..ANSA/NICOLA FOSSELLA

PADOVA.

Alcuni l’hanno già ribattezzata la grande fuga. Quel che è certo, definizioni a parte, è che in un quadro già di per sé incerto si aggiunge un nuovo elemento di forte instabilità. Stiamo parlando dei 687 docenti delle scuole padovane che hanno chiesto di andare in pensione dal prossimo primo settembre in base ai requisiti personali di servizio accumulati nel corso degli anni. Di questi, 290 hanno chiesto di lasciare la scuola in base alla cosiddetta quota cento (38 anni di contributi previdenziali e 62 anni di età).

I NUMERI DELL’ESODO

Attualmente tutti i docenti padovani di ogni grado ed ordine sono 8.617. Quindi la percentuale di chi ha deciso di mettersi lasciare la cattedra è poco meno del 10% del corpo docente. Numeri mai visti negli ultimi due anni: nel 2019, infatti, furono 339, dei quali 194 con quota cento; 419, invece, se si risale al 2018.

LE RAGIONI

È di tutta evidenza che di fronte a un gruppo di uscite così numeroso, unito alle nuove regole relative al ridimensionamento delle classi per proteggersi dal Covid 19, trasformerà il reclutamento dei docenti per l’anno scolastico 2020-2021 in un vero e proprio rompicapo. Serviranno, infatti, molti più docenti da inserire ex novo rispetto all’anno scorso. Tra di loro ci saranno tantissimi supplenti perché il governo, non recependo le posizioni dei sindacati, ha deciso di effettuare i vari concorsi programmati ad anno scolastico già iniziato e, quindi, i docenti interessati non potranno essere di ruolo già a partire dal 14 settembre.

L'ALLARME

Ovvero quando suonerà la prima campanella in tutta Italia, anche se il governo ha già comunicato che le condizioni economiche di quelli che supereranno il concorso decoreranno dal primo settembre. Il primo sindacato a dare l’allarme sulla gravissima carenza dei docenti è stata la Cisl, guidata, a livello nazionale, da Maddalena Gissi ed a livello regionale da Sandra Biolo. «A settembre anche a Padova e provincia mancheranno una molti docenti» osserva il segretario provinciale Giovanni Vascon. «Ci saranno diverse cattedre scoperte, specialmente negli istituti superiori. Il 14 settembre il nuovo anno scolastico comincerà con tantissimi supplenti. Questo perché la ministra Azzolina non ha voluto seguire i consigli dei sindacati e non ha voluto confermare l’accordo che il ministro precedente Bussetti aveva concluso con noi. Impossibile che, al suono della prima campanella, le assegnazioni siano complete. Ancora una volta ci vorranno varie settimane per arrivare a lezioni regolari e continue».

TRASFERIMENTI

Nel frattempo, quattro giorni fa, sono stati resi noti in numeri dei docenti che hanno chiesto di poter cambiare scuola. In tutto i trasferimenti richiesti sono 603 su 8.617 docenti. Circa l’8% rispetto al totale degli insegnanti. Dei quali 75 nelle scuole statali dell’infanzia (3-5 anni), 212 nelle elementari, 99 nelle medie inferiori e 216 negli istituti superiori. Tanti hanno chiesto il trasferimento all’interno della stessa provincia, ma non sono pochi i docenti che arriveranno da un’altra provincia oppure che lasceranno la nostra provincia per andare ad insegnare altrove. Tra i tanti numeri che hanno a che fare con la mobilità dei docenti, il più significativo è quello degli insegnanti che, nella scuola primaria, hanno chiesto il trasferimento in un’altra realtà. Sono, esattamente, 75. Quasi tutti sono docenti che hanno chiesto di spostarsi al Sud, dove sono nati e cresciuti e dove, in genere, il costo della vita è più basso di quello di Padova. Nel calcolo vanno messi anche i 41 docenti che hanno chiesto il cambio di ruolo o di cattedra. Il cerchio si è chiuso lunedì mattina con la pubblicazione dei posti liberi in organico di diritto dopo i trasferimenti. A Padova e provincia sono disponibili 16 posti comuni per le scuole materne statali più 7 per il sostegno, in tutto 23, mentre per la primaria sono 220 e 138 per i docenti che insegnano ai disabili (in tutto 358). Sono tutti posti che potranno essere occupati dagli insegnanti che entreranno in ruolo. —

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