Scuole private, il Comune taglia i contributi Un milione in meno a causa del lockdown

Claudio Malfitano
Oltre un milione di euro, per l’esattezza 1.065.274. Per il Comune è un risparmio a fronte di un servizio non erogato, ma per asili nido e scuole dell’infanzia private rischia di essere un colpo pesante ai bilanci. È la cifra infatti che non verrà corrisposta a Spes, Fism e altri gestori dei servizi educativi che operano in convenzione con il Comune, a causa dei mesi di chiusura per il lockdown, dal 23 febbraio fino a giugno. «Il Comune darà comunque un contributo straordinario che coprirà la metà del mancato introito. Ci rendiamo perfettamente conto del periodo che stiamo attraversando», chiarisce l’assessora ai servizi scolastici Cristina Piva.
Mancato contributo
Per i servizi in convenzione il Comune eroga ai gestori un contributo in due rate: il 60% a febbraio e il 40% a giugno. Mentre quello di febbraio è stato versato, non lo sarà quello di giugno. Il motivo è appunto il mancato servizio causa lockdown. Se da una parte c’è stato certamente un risparmio di costi, per i gestori ci sono però delle spese non sopprimibili. Ecco perché Palazzo Moroni ha deciso che verserà comunque un contributo straordinario pari alla metà della seconda rata.
Veniamo intanto alla mancata corresponsione della seconda rata. Per quanto riguarda la Fism, federazione italiana scuole materne (organismo che raccoglie le scuole cattoliche riconosciute dalla Cei) la riduzione del contributo è di 466.862 euro. Mentre per la Spes di via Ognissanti, che gestisce una decina di strutture, il calo di introiti dal Comune è di 299.144 euro. E ancora tagli anche per le parrocchie di San Clemente di Granze a Camin, San Pio X, San Michele Arcangelo, Beata Vergine della Salute e la Casa Secolare delle Dimesse: queste strutture avranno 70.414 euro in meno. Infine altri gestori di servizi educativi, sempre nella fascia 0-6 anni, vedranno decurtarsi il contributo di 228.854 euro.
servizio non erogato
«Sono convenzioni basate su un servizio offerto alla città che però non è stato erogato. Hanno avuto minori costi e il Comune non può che tutelarsi in questo modo», osserva l’assessora Piva. Per le scuole private il contributo comunale vale circa un 15% del bilancio, dunque una riduzione può incidere pesantemente sui conti. «Ce ne rendiamo conto e per questo abbiamo deciso un contributo straordinario – sottolinea ancora Piva – Bisogna tenere conto che le scuole private hanno comunque richiesto un contributo ai genitori anche per i mesi in cui sono rimaste chiuse. Mentre il Comune ha immediatamente sospeso ogni pagamento». Nelle strutture comunali la retta delle scuole per l’infanzia copre solo il servizio di refezione, mentre per gli asili nido si va da 50 a 467 euro.
Per quanto riguarda il personale sia la Fism che la Spes hanno potuto accedere alla cassintegrazione straordinaria che ha certamente evitato ulteriori costi. Le 1.500 maestre delle paritarie Fism sono in cassa integrazione dal 24 febbraio scorso. E in base a un accordo sindacale il 20% dello stipendio viene integrato dai singoli istituti.
Le scuole paritarie sono una alternativa a quelle pubbliche, che però non sono del tutto full. Nei giorni scorsi infatti sono state pubblicate le graduatorie e ci sono state 454 domande a fronte dei 456 posti disponibili. Ma i posti assegnati sono 355, circa 100 in meno. C’è infatti un problema organizzativo: ci sono scuole più richieste di altre, magari in quartieri più popolati. —
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