Se arriva la pedocouture
Lo scandaloso servizio di Vogue Paris: moda senza limiti

Ancora una volta il corpo femminile fa parlare di sé. Ma questa volta si tratta di donne-bambine. La direttrice di Vogue Francia, Carine Roitfeld, inossidabile sacra scrittura per stilisti e discepoli dell'ultima moda, è stata sollevata dall'incarico dopo il servizio confezionato per la collezione di Tom Ford. Piccole ninfe, formato tascabile, ammiccano dalle pagine patinate raccontando qualcosa che a loro certo non appartiene. Hanno dai 6 ai 10 anni, le baby modelle che fanno gridare allo scandalo. Indossano abiti rilucenti che dovrebbero enfatizzare forme ancora incompiute, esibiscono trucchi da avanspettacolo con tanto di ciglia finte, svettano su tacchi vertiginosi, svelano unghie laccate di rosso e si abbandonano languidamente su cedevoli pelli di leopardo. Le moderne lolite osservano con aria peccaminosa un'enorme bottiglia di profumo suggerendo desideri equivoci e si sfiorano languidamente in pose lesbo-chic sfoggiando gioielli da principessa Sissi. L'indignazione e lo sgomento chiudono lo stomaco, fin dai primissimi scatti, anche se si concede uno sguardo distratto. Le modelle intossicate dalle droghe e ridotte a spettri dall'anoressia pare abbiano stancato; oramai l'immagine di donna consumata, bella e dannata alla Kate Moss non tira più, c'è bisogno di qualcosa di nuovo e sbalorditivo per irretire consumatori assuefatti e asfittici. Ecco dunque gli involtini primavera, farciti di carne giovane e golosa, pronti per essere inghiottiti da occhi famelici e insaziabili. La modella strappata alla vita lo scorso dicembre, che aveva urlato il suo dolore con l'ultimo fiato in corpo dalle foto di Oliviero Toscani per denunciare l'anoressia strisciante che si annida sulle passerelle, si starà girando nella tomba... Ed è lacerante apprendere la notizia del suicidio della madre di questa giovane sfortunata. Chi potrà mai smentire che nel suo cuore sia venuta meno la speranza di dare un senso alla morte assurda e prematura della figlia, decidendo quindi di raggiungerla dopo aver inteso gli echi di questo immane scandalo? All'orrore non c'è davvero fine. D'altronde, in un'epoca in cui alla donna è proibito invecchiare e dove il Botox è venduto come il Danacol, non c'è da stupirsi se per pubblicizzare un prodotto destinato al mercato delle mature signore col portafoglio pingue e un chirurgo estetico per amico, si ricorre a nuove icone, sempre più belle, fresche, giovani e incorrotte. Che illuse, le donne! Convinte di essersi affrancate dal sesso forte perché possono andarsene in giro senza reggiseno, indossare un tailleur pantalone, sedere dietro una scrivania in mogano, fumare indiscriminatamente o dirigere un sindacato. Ancora e sempre, invece, l'immagine femminile è assoggettata a una sola regola: un florido seno, che sfiorando un bicchiere discioglie all'istante i cubetti di ghiaccio, farà vendere il superalcolico; un corpo seminudo, ancheggiante e abbronzato, farà vendere la gomma da masticare; ed è ovvio che il «cinepanettone» non è tale se non c'è il primo piano delle chiappe sode della bella di turno; così come il bancone di «Striscia» perderebbe fascino se le veline fossero un po' meno discinte. Il corpo femminile è sempre stato vagheggiato, sognato, raccontato. Botticelli, con le sue morbide forme; Modigliani, coi suoi colli lunghi ed eleganti; Botero, con le sue rotondità esasperate. La donna è sempre stata musa, fonte infinita di bellezza e armonia, figura rassicurante e metafora della vita stessa. Ma oggi, di questa immagine si sta facendo strame, impunemente e incondizionatamente, asserviti solo al denaro e alle quote di mercato. È normale offrire il corpo acerbo di una bimbetta agli ingranaggi diabolici di un mondo artefatto, insano e a tratti pacchiano come quello della moda? Certo, non c'è donna che da piccina non abbia giocato con gli abiti e le scarpe della mamma, che non si sia divertita con trucchi e collane, ma quando si rubano i giochi ai bambini si commette una violazione assoluta al rispetto e al valore delle cose, nonché dei ruoli. In un mondo in cui gli orchi sono sempre più affamati, dove la trasgressione sembra diventata normalità, dove l'indignazione ha lasciato posto all'indifferenza, solleva gli animi sapere che la redazione di Vogue Paris è stata intasata da lettere di protesta, vibranti e sdegnate; e sembra che pure gli inserzionisti abbiano scelto l'ammutinamento, minacciando di annullare le pubblicità sui prossimi numeri. Ciò che però offende profondamente la morale, e senza retorica, è sapere che il «pasticciaccio» è stato avallato proprio da una donna. Lupo vestito da donna, che offre al cospetto della «dea moda» l'estremo sacrificio: anime, corpi e cuori innocenti per sedare la fame e la sete di coloro cui la vita non ha più nulla da donare. Con buona pace per il prezzo che si dovrà pagare...
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video








