Se la politica “detta” la conflittualità, aumentano le cause per discriminazione

Marco Ferrero, portavoce del Forum del Terzo Settore «C’è il rischio di una regressione sui diritti fondamentali»
BARSOTTI - PRESENTAZIONE LISTA CIVICA IVO ROSSI. MARCO FERRERO
BARSOTTI - PRESENTAZIONE LISTA CIVICA IVO ROSSI. MARCO FERRERO



I diritti umani costituiscono ancora il paradigma condiviso della democrazia?

Libertà e uguaglianza, non discriminazione, libertà di circolazione fuori e dentro i confini nazionali, giusto processo e così via sono ancora elementi della nostra vita quotidiana? Cosa rischiamo ad abdicare ad altre e più suadenti parole d'ordine?

A cercare di dare qualche risposta a queste domande saranno, lunedì 23 settembre, alle ore 15 in sala Rossini al Pedrocchi tre giuristi di chiara fama: Fabio Corvaja, avvocato e ricercatore confermato in Diritto Costituzionale all’Università di Padova, Giacinto Bisogni, magistrato della Corte di Cassazione e Paolo De Stefani, professore di tutela internazionale dei Diritti Umani dell'Ateneo patavino, moderati, nell'ambito di Solidaria 2019, dall'avvocato Marco Ferrero, portavoce del Forum del Terzo Settore. Docente a contratto di Diritto dell'Immigrazione a Ca' Foscari a Venezia Ferrero si occupa da anni di immigrazione e diritti umani.

In Italia oggi vede rispetto dei diritti umani e dei Principi Fondamentali della Costituzione?

«Da una decina d'anni crescono fino a diventare centinaia le cause per discriminazione vinte da lavoratori appartenenti a minoranze nazionali nei confronti degli enti e delle amministrazioni pubbliche locali e nazionali. Un fenomeno che si riscontra soprattutto nell'ambito dell'assistenza e della previdenza, ovvero, per dirla alla europea, della sicurezza sociale. Non si tratta qui del singolo proprietario immobiliare che si rifiuta di affittare casa al meridionale, all'immigrato o al testimone di Geova ma della certificazione, tramite sentenze della magistratura, della lesione di diritti umani universali ai danni dei lavoratori stranieri residenti in Italia. Un fatto che testimonia una regressione profonda su un principio di base della nostra democrazia, quello appunto della tutela dei diritti universali dell'uomo e del cittadino, tanto più quando si tratta di lavoratori che abbiamo voluto noi chiamandoli negli anni scorsi coi flussi d’ingresso».

Perché i nostri Padri Costituenti "oltre alla separazione e l'equilibrio tra i poteri", hanno introdotto i Principi Fondamentali, ispirati alla Dichiarazione Universale?

«Nel secondo dopoguerra la scelta della Costituente italiana è stata condivisa da pressoché tutte le nazioni avanzate, nel quadro del nascente diritto internazionale dei diritti umani: si era visto che l'equilibrio e l'indipendenza dei poteri dello Stato non garantiva in assoluto contro il rischio dei totalitarismi, come si era appena sperimentato sulla pelle di milioni di persone nel corso delle due guerre: serviva esprimere un principio solidaristico di portata universale al contempo garantendo al singolo quelle tutele di base che sole offrono la possibilità di interagire liberamente all'interno di una comunità organizzata. In pratica si è voluto dare un sistema di regole a tutela dell'ingerenza dei tanti sui pochi».

Torniamo per un attimo alla quotidianità: a Padova i cittadini stranieri residenti sono il 10,4% della popolazione provinciale, in veneto sono il 10,2%, in Italia l'8,7%. Una percentuale importante di cittadini, lavoratori, studenti, consumatori. I fenomeni discriminatori quali rischi producono per l'intera comunità?«Al di là delle ideologie dobbiamo constatare di essere già una società multietnica, per altro mediamente bene integrata. Politiche che enfatizzano le diversità finiscono per segmentare le comunità e rendere conflittuali gli spazi comuni accrescendo tensioni che sono evitabili. Quelle politiche poi che tendono ad incrementare la clandestinità, come pure l'assenza di una politica per un'immigrazione adeguata alle esigenze del mercato del lavoro (la famosa legge Bossi Fini ha frettolosamente abrogato lo sponsor, ovvero l’unico vero canale di primo accesso legale al paese, che se implementato avrebbe potuto evitare ai migranti di dover usare i propri risparmi per pagare gli scafisti) non fanno che alimentare fenomeni odiosi: sfruttamento, economia sommersa, dumping contrattuale, concorrenza sleale fra le aziende, finendo per favorire indirettamente la criminalità organizzata che trae profitti enormi dai fenomeni migratori».

Oltre ad essere il portavoce del Forum del Terzo Settore del Veneto lei è un un docente di diritto e un avvocato. Sono sufficienti le leggi vigenti per garantire il rispetto dei Principi Fondamentali?Sono sufficienti le leggi vigenti per garantire il rispetto dei Principi Fondamentali?

«Le leggi vigenti hanno parecchi difetti, di forma e di contenuto, perché sono spesso state adottate più per esigenze elettorali che per regolare razionalmente un fenomeno complesso. Fortunatamente le procedure di garanzia costituzionale consentono di ripristinare la legalità costituzionale, certo, non senza costi per la vita delle persone e per il sistema giudiziario. Costi che dovrebbero essere evitati.»



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