Secondo inverno nel container per sei famiglie

Sono quelle evacuate dal villaggio «Da Zara», la rabbia del sindaco
 BOVOLENTA.
Sei famiglie, venti persone, fra le quali una mezza dozzina di bambini, vivono nei container da dieci mesi esatti: hanno sopportato prima il freddo e la neve, poi il sole a picco della lunga estate, ora sono rassegnati a trascorrere nei prefabbricati un altro inverno, perché di avere un tetto stabile sopra la testa per il momento non se ne parla. Sono loro i veri sfollati dell'alluvione, quelli di cui nessuno parla e vuol sentir parlare. In stragrande maggioranza sono di origine extracomunitaria, per lo più magrebini, ma ci sono sono anche due italiani. Hanno dovuto lasciare le abitazioni al piano terra del Villaggio da Zara ma, non avendo un posto dove andare né sufficienti risorse economiche, per due mesi hanno vissuto in palestra e in stanze pagate dal Comune, poi sono entrati nei container regalati da un camping del Cavallino. Doveva essere una sistemazione provvisoria, invece sono ancora lì. «Non è facile vivere in trenta metri quadrati ma ci si abitua a tutto. - racconta Fatiha Magri - Siamo grati al Comune perché ci ha messo a disposizione un posto dove stare ma i disagi si fanno sentire. In "casa" facciamo fatica a muoverci, per fortuna ci sono le verande nelle quali abbiamo sistemato quello che siamo riusciti a salvare dall'acqua. Senza condizionatore sarebbe stato impossibile vivere qui d'estate».  Una delle figlie, Hayette, ha compiuto 18 anni in container. Studia da estetista a Padova e non vede l'ora di andarsene: «Ho trovato molta solidarietà fra le mie compagne a scuola, cercano di aiutarmi. Ora arriva di nuovo il freddo...». Alloggi pubblici non ce ne sono e i privati non affittano agli extracomunitari, nemmeno se il Comune è disponibile a partecipare alle spese. Il più arrabbiato è il sindaco Vittorio Meneghello, che da mesi cerca delle risposte. «E' uno scandalo che nessuno vuole vedere. L'alluvione ha distrutto le case popolari e le devo ricostruire. Mi servono almeno due milioni di euro. Dove li trovo? Il terreno c'è già, è quello dove ci sono i prefabbricati, ma poiché si tratta di un'opera pubblica non è finanziata con i fondi dell'alluvione. Eppure anche loro sono alluvionati».

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