Sede Arpav, Bertani: «Io sono la vittima»

È durato all’incirca due ore l’interrogatorio di Mauro Bertani, l’imprenditore padrone del Net Center, sentito dal pubblico ministero Federica Baccaglini, con a fianco il difensore, l’avvocato Giorgio Gargiulo. Bertani ha respinto le accuse e ha prodotto dei documenti che, ritiene, dimostrino la sua estraneità agli addebiti che gli vengono mossi dalla procura. «Ho fatto una causa civile all’Arpav ancora pendente, sono io la vittima di questo mancato affare», ha detto Bertani al pm.
L’inchiesta è quella su una presunta mazzetta (di almeno 300 mila euro, ma forse molti di più) promessa dall’avvocato Fornasiero (che di fronte al pm si è avvalso della facoltà di non rispondere) e dal luogotenente dei carabinieri Franco Cappadona (proprio per questa inchiesta sollevato dall’incarico di capo della polizia giudiziaria della procura), promessi all’allora direttore dell’Arpav Andrea Drago. Che sostiene di aver rifiutato mandando così a monte l’affare. Effettivamente la causa c’è, lo conferma Drago. «È una causa persa» sottolinea Drago «Noi cercavamo un edificio con destinazione direzionale, per portarci gli uffici dell’Arpav. Lo stabile di Bertani è a destinazione commerciale e la cosa non si poteva modificare. Quindi in quel posto l’Arpav non si poteva trasferire. Lui accusa che per poter partecipare alla gara aveva riacquistato da una ditta terza una porzione di fabbricato, ma questo non era e non è un problema di Arpav. Non capisco poi se quello stabile a fianco del Net Center fosse così una grande occasione, perché a distanza di quasi 5 anni sia ancora lì, invenduto». L’inchiesta sul mancato trasferimento dell’Arpav a due passi dal casello di Padova Est conta diversi indagati, ma i nomi delle persone coinvolte non sono ancora tutti noti.
Ieri questo non è stato l’unico appuntamento con la giustizia per Mauro Bertani. Davanti al gup Mariella Fino, ha anche patteggiato una pena di 4 mesi, convertiti in sanzione pecuniaria da 30 mila euro. Il pubblico ministero Roberto D’Angelo lo accusava - in qualità di legale rappresentante della ditta “Euronet srl in liquidazione”di non aver provveduto, nei termini previsti per il versamento dell’acconto, l’Iva per complessivi 250 mila euro. Somma dovuta sulla base della dichiarazione annuale del 2010. Nei confronti di Bertani era stato emesso un decreto penale di condanna di 33.750 euro.
Carlo Bellotto
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