Segretaria truffatrice beni sequestrati ai parenti

Madre, sorella e cognato, indagati per riciclaggio, si oppongono al decreto Secondo il pm avrebbero incassato 551 mila euro rubati all’avvocato Fornasiero
Di Cristina Genesin
GENESIN - ESTERNO STUDIO AVVOCATO FORNASIERO RIVIERA PONTI ROMANI 94
GENESIN - ESTERNO STUDIO AVVOCATO FORNASIERO RIVIERA PONTI ROMANI 94

Si sono opposti con forza al sequestro preventivo dei loro beni, in particolare dei conti correnti accesi in alcuni istituti di credito. Sono Luciana Bellin, 73 anni originaria di Megliadino San Fidenzio, Marina Formentin, 42 e il marito di quest’ultima Mirko Menegazzo, 46, di Padova rispettivamente madre, sorella e cognato di Giovanna Formentin, l’ex segretaria dell’avvocato Giorgio Fornasiero che avrebbe fatto sparire ben 733 mila euro dai conti del suo datore di lavoro, finendo sotto inchiesta per truffa continuata, falso in scrittura privata e indebito utilizzo di carte di credito, bancomat e altri titoli di pagamento. Una segretaria “infedele” che è stata responsabile di fatto della segreteria dello studio legale in Riviera Ponti Romani per 21 anni: messa alle strette dall’avvocato Fornasiero, per sua stessa ammissione, avrebbe incamerato le somme prelevate da tre conti correnti del professionista. Il motivo? Fronteggiare spese personali e familiari.

E i tre parenti? Anche loro sono indagati per il reato di riciclaggio: da qui il sequestro preventivo eseguito dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Padova in base a un decreto firmato dal gip Lara Fortuna su richiesta del pubblico ministero Roberto d’Angelo che coordina l’inchiesta. Pm che ha puntato a “congelare” i beni per evitare che possano sparire nel corso degli accertamenti. Ieri in aula, davanti al tribunale del Riesame (presidente Claudio Marassi, a latere i giudici Marina Ventura e Chiara Bitozzi), si sono presentati l’avvocato Elena Contarini (difensore dei tre familiari) e il collega Marco Ravazzolo (legale di Giovanna Formentin nonostante nei confronti di quest’ultima non sia stato adottato alcun provvedimento di sequestro dei beni, almeno a oggi). Secondo l’ipotesi accusatoria, infatti, Bellin, Marina Formentin e Mirko Menegazzo avrebbero compiuto una serie di operazioni con i 733 mila euro riconducibili ai tre conti correnti del legale (due in Cassa di Risparmio del Veneto e uno in Veneto Banca) in modo tale da non consentire l’identificazione dell’illecita provenienza della somma. Somma prelevata materialmente da Giovanna Formentin con sigle e firme false sulla documentazione bancaria: l’avvocato Fornasiero, infatti, era convinto che il conto in Veneto Banca fosse stato estinto da tempo come aveva ordinato lui stesso. Invece era operativo e totalmente nelle mani della segretaria che aveva ”girato” il danaro non solo alla madre, alla sorella, al cognato e a due loro società (Consulenze assicurative sas e Bar Dolce Vita sas, quest’ultimo nulla a che vedere, tranne l’omonimia, con il Dolce Vita bar situato a Padova in via Magarotto di Renata Boesso, totalmente estranea alla vicenda), ma anche al padre Rodolfo e al fratello Francesco. Tutta i movimenti contabili sono stati ricostruiti dal consulente tecnico del legale, il commercialista Carlo Pampaloni, che ha rilevato come molti conti correnti, accesi in diverse banche, presentino contestazioni incrociate tra familiari, destinatari e beneficiari delle infinite operazioni (illecite) svolte dall’ex segretaria Giovanna Formentin. Segretaria che aveva in mano amministrazione e contabilità dello studio: lo hanno confermato due altri dipendenti dell’avvocato. V.C., assunta nel 2007, ha spiegato agli inquirenti che la collega “anziana” si occupava di pagamenti, prelevamenti e incassi tanto da avere anche il codice e la chiavetta per la gestione dell’home banking. Un altro dipendente, P.B., ha ribadito che la chiavetta Usb per le operazioni bancarie online erano imnopiegate in via esclusiva dalla Formentin perché «legale non sapeva usare Internet». Adesso l’ultima parola spetta ai giudici che, entro il 21 luglio, si pronunceranno sul dissequestro o meno dei beni.

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