Selvatico, 4 milioni per il restauro

Chiude la sede storica di largo Meneghetti, classi trasferite in via Manzoni
L’edificio principale del liceo artistico Pietro Selvatico, in largo Meneghetti, a settembre non sarà più scuola. Potrebbero restare gli uffici amministrativi e la biblioteca, ma le classi saranno ricollocate tra la succursale di via Belzoni e gli spazi dell’ex centro professionale Bentsik nell’area del Marconi, in via Manzoni. La Provincia ha deciso di utilizzare una decina di aule rimaste vuote per “mettere in sicurezza” gli alunni del liceo artistico, visto che la sede principale (l’edificio jappelliano che si affaccia sul Piovego) da mesi è puntellata. In programma c’è anche la realizzazione di alcuni laboratori che serviranno per la didattica degli alunni: i lavori sono in corso in queste settimane sia nell’ex Bentsik che nella succursale di via Belzoni.


«Prima di arrivare a questa soluzione che possiamo definire “in house”, abbiamo esperito tentativi di coinvolgimento di diverso tipo – racconta il consigliere delegato all’edilizia scolastica Luciano Salvò – Abbiamo chiesto alle parrocchie per i patronati, al Comune e all’università. Ma ad oggi non ci sono spazi alternativi. Noi però avevamo il dovere di garantire la continuità dell’attività scolastica del Selvatico, indipendentemente dalla sede storica».


Adesso però si apre la partita per la ristrutturazione dell’edificio di largo Meneghetti, che non è detto torni ad essere scuola. Anche se è dal 1910 che in quella struttura ha trovato sede la scuola d’arte della città.


Ma per ristrutturare l’edificio e metterlo a norma servono tra i 3 e i 4 milioni di euro. Soldi che la Provincia non ha, visto il taglio dei trasferimenti dopo il “declassamento” ad ente di secondo livello.


In più la proprietà dell’edificio è del Comune, che dovrà tenere conto dell’importanza di quello che può essere considerato un “monumento” ed è stato il primo macello della città. Non mancheranno dunque le prescrizioni della Soprintendenza. In più c’è un edificio di recente costruzione, realizzato sulla golena, che con tutta probabilità dovrà essere abbattuto. «Al di là della proprietà giuridica, abbiamo spedito come Provincia una lettera alla Camera di commercio, alla Fondazione Cariparo e agli altri enti cittadini per poter coinvolgere anche la parte privata del territorio e dare risposte alle scuole. Dall’istruzione dei nostri ragazzi dipende il futuro del nostro territorio», conclude Salvò.
(c.mal.)


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