Sergio Saviane e l’idea di Lago che nessuno ascoltò

TREVISO. La cultura veneta ha un conto aperto con Sergio Saviane. E quel conto riguarda anche Giorgio Lago, altro castellano illustre. A dodici anni dalla morte dell’inventore della critica...
Di Antonio Frigo

TREVISO. La cultura veneta ha un conto aperto con Sergio Saviane. E quel conto riguarda anche Giorgio Lago, altro castellano illustre. A dodici anni dalla morte dell’inventore della critica televisiva e a otto da quella del critico cantore del Nordest, nessuno ha dato seguito a una bella intuizione di Lago, che proprio alla morte di Saviane aveva lanciato la proposta di istituire una borsa di studio per una tesi di laurea che desse conto di tutte le invenzioni linguistiche del “vecio”. Alcune di queste sono passate alla storia del linguaggio, come quel “mezzobusto” che definiva i giornalisti televisivi o quel “pippibaudi” che raggruppava tutti gli zelanti presentatori di trasmissioni tivù. Ma come dimenticare quel “Traversina Bernini” che ironizzava sulla cattedra universitaria (Trasporti) di Carlo Bernini? Infinite le “creazioni” di Saviane che, anche da sole, potrebbero definire il costume degli anni ruggenti dell’Italia.

Purtroppo nessuno ha raccolto la sfida di Lago, grande giornalista stranamente legato, negli ultimi anni, al mago merlino della satira. Nessuno dei sindaci di Saviane (quello dell’amata-odiata natia Castelfranco, quello dell’amatissima Asolo, quello di Castelcucco buen retiro degli ultimi anni) ha raccolto quella sfida, quello del borgo ai piedi dei colli asolani probabilmente non ne ha nemmeno sentito parlare, fattostà che non s’è trovato uno studente universitario disposto ad andare a “strizzare” gli archivi dell’Espresso, del Giornale, del Male, dei Quaderni del Sale, di Cuore, di Xl, di Malox e dei quotidiani veneti allora Eqv per distillare la lingua savianea e raccontarla in tutte le sue declinazioni.

Dicevamo dell’amicizia tra Quei Due, culminata, nell’ultimo periodo di vita e degenza di Saviane in un’assidua frequentazione. Quell’amicizia tra castellani era nata, come capita tra gli intelligenti, da una furibonda polemica successiva alla pubblicazione, da parte del Gazzettino di cui Lago era direttore, della notizia della morte violenta di Caterina, figlia di Sergio. Saviane s’arrabbiò alla sua maniera, poi i due si parlarono e iniziarono a frequentarsi e a telefonarsi molto, fino a costruire una rete di comunicazione che coinvolgeva anche gli amici veri dei due. Poi la morte di Sergio, a 84 anni il 27 luglio 2001, li divise. Neanche quattro anni dopo son tornati a raccontarsela.

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