Settanta hotel chiedono il massimo di contributi
ABANO TERME. Nessuna firma. La trattativa per arrivare a una serie di regole comuni sui contratti di lavoro e la copertura degli ammortizzatori sociali per i dipendenti degli hotel termali iscritti ad Assoalbergatori, è ancora arenata. Anzi, le posizioni di sindacati confederali e associazione sembrano allontanarsi sempre di più.
Nei giorni scorsi si è svolta l’ennesima assemblea della compagine guidata da Gianluca Bregolin, questa volta in presenza delle associazioni sindacali. Le bocche sono cucite, ma l’aria che tira è tutto tranne che confortante. La Regione ha ricevuto ben 70 domande da altrettanti alberghi di Abano e Montegrotto che chiedono la cassa in deroga per tutti gli 80 giorni concessi. Sono 7 milioni di euro sui 45 milioni stanziati a fine anno per gli ammortizzatori sociali in deroga delle aziende di tutto il Veneto. Una cifra che copre i casi di crisi aziendale o ristrutturazione. Chi si assumerà in Regione la responsabilità di liquidare a tutti gli hotel delle Terme euganee un quinto dell’intero piatto a disposizione, bruciando 7 milioni di euro in tre mesi? E, soprattutto, come si potrà dimostrare che tutti gli alberghi chiudono per crisi o per ristrutturazione?Domande che, senza un accordo tra le parti, rischiano di mettere più di qualche pulce nell’orecchio della Regione la quale potrebbe anche decidere di contrarre le erogazioni con conseguenze disastrose.
E che i nodi prima o poi arriveranno al pettine lo dicono altre due gatte da pelare. La prima è con i lavoratori che avanzano le indennità di gennaio, febbraio e marzo 2012 per il debito di 160mila che l’Obta ha verso l’Inps causato da una serie di errori nei conteggi. Sono soldi che i dipendenti potrebbero esigere rivalendosi sugli hotel. Idem l’Inps che a quel punto si rifarebbe, invece, sugli stessi dipendenti chiedendo indietro le indennità. Senza contare che finiti gli 80 giorni di cassa in deroga, resta solo l’Aspi il nuovo ammortizzatore sociale. Ma senza rifinanziamento della cassa comune (l’Obta), questa indennità non sarà concessa. A quel punto, sarà impossibile coprire i lavoratori a casa con le chiusure di fine anno.
Irene Zaino
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