Sgarbi scatenato: «L’auditorium di Kada è una mostruosità»

Il critico d’arte ospite di una rassegna in palazzo della Ragione ne ha per tutti: «Il polmone prima di entrare agli Scrovegni non serve a nulla. E la cancellata ai giardini dell’Arena una pessima idea»

PADOVA. «L'auditorium è una cagata al 105%. Anche la cancellata intorno all'Arena lo è». Queste le parole del critico d'arte più irriverente d'Italia intervenuto ieri a Padova per parlare di sacro e divino nell'arte contemporanea. Sgarbi era stato invitato dall'agenzia Promoter nell'ambito dell'iniziativa «PadovaCultura.it» e non ha deluso le aspettative del pubblico intervenuto per sentirlo: soddisfatti gli amanti dell'arte grazie ad una lezione sulle tendenze italiane nell'arte sacra, sazi anche gli affamati di polemiche.

Sgarbi, assiduo frequentatore della città di Padova quando era sottosegretario ai tempi di Giustina Destro, ne ha avuto per tutti: bocciato Libeskind e il suo monumento all'11 settembre, bocciato l'Auditorium della musica perché «l'ha progettato Kada, che è un architetto moderno. Ed è molto facile che gli architetti moderni facciano delle cagate, non sono mica Palladio. Di Palladio, ormai, ce ne sono pochi». «In genere» continua, «gli amministratori hanno pessime idee: è il caso di quel polmone di m...a che c'è prima di entrare nella Cappella degli Scrovegni: una camera iperbarica per tirare via la polvere ma sono invenzioni, bugie, falsi interventi scientifici che ho avversato al tempo e continuo ad avversare».

E proprio la zona degli Eremitani è al centro delle attenzioni del critico d'arte: «ho saputo di una cancellata intorno all'Arena, un'altra cagata». Sgarbi si concede ai giornalisti ma esterna il suo pensiero anche al pubblico prima di entrare nel vivo della questione artistica. E non manca una nota politica: «la mia idea è che debba esistere una sintesi tra il ministero dell'Economia e quello dei Beni Culturali perché quando hai un bene non puoi lasciarlo crollare, è la nostra ricchezza che il resto del mondo non avrà mai. Altro che Germania».

Il discorso piace al pubblico. Nonostante sembri che tutto il caldo e l'umidità di Padova si siano concentrati sotto la volta di palazzo della Ragione, tante mani applaudono con energia le parole di Sgarbi. Ma solo alla fine della lunga lezione sul sacro nell'arte contemporanea – tema del quale Sgarbi si è occupato alla Biennale e curando il rifacimento delle decorazioni della cattedrale di Noto, in Sicilia – c'è la standing ovation. E qualcuno tra il pubblico mormora: «magari parlasse solo di arte...».

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