Sgominata una banda che voleva rapire la salma di Enzo Ferrari

I carabinieri del Comando provinciale di Nuoro hanno sgominato una banda criminale dedita al traffico di droga e armi fra la Sardegna ed il nord Italia (Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Toscana). Gli inquirenti hanno accertato che la banda progettava anche il furto a scopo di estorsione della salma del costruttore automobilistico Enzo Ferrari.

A questo scopo erano già stati effettuati anche diversi sopralluoghi, ed erano state inoltre definite, fra alcuni componenti, le modalità di custodia della salma e di gestione dei contatti con i familiari. Un disegno criminale impedito dai servizi mirati e preventivi coordinati dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di Nuoro ed effettuati in collaborazione con la Compagnia dell'Arma di Modena.

La banda aveva messo in piedi un imponente traffico di droga a armi fra la Sardegna ed il nord Italia, Parma, Reggio Emilia, Modena, Lodi, Grosseto, Mantova e soprattutto Padova da dove partivano le armi. Il luogo terminale di approdo della droga e delle armi era principalmente la Sardegna, in particolare Orgosolo (Nuoro).
I protagonisti, finiti agli arresti, sono un gruppo di pregiudicati barbaricini che si sono stabiliti da tempo, per ragioni di lavoro, in Emilia Romagna ma che non hanno mai interrotto i rapporti con i sodali residenti sull'Isola.
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Nuoro hanno accertato che la figura di spicco dell'organizzazione era Giovanni Antonio Mereu, di 47 anni, originario di Orgosolo, ma da anni trapiantato nel parmense, che aveva allacciato stabili legami con personaggi della criminalità calabrese - per quanto attiene il traffico di stupefacenti - e con trafficanti di armi operanti tra il Veneto, la Lombardia e l'Emilia-Romagna.

Sono 45 complessivamente le personecoinvolte fra quelle arrestate, ai domiciliari, con obbligo di dimora e denunciate. Dall'attività investigativa sono emersi due distinti (seppure tra loro collegati) filoni d'indagine: da un lato quello riguardante le attività illecite di Graziano Mesina (condannato a 30 anni nel dicembre scorso per essere a capo di una banda di trafficanti di droga), dall'altro i traffici sempre di stupefacenti di esponenti campidanesi e barbaricini.
Nel corso dell'attività investigativa sono stati sequestrati in vari anni rilevanti quantità di cocaina e marijuana, ma anche armi (fucili, mitragliatori, pistole). In particolare il principale canale di approvvigionamento delle armi di quello che viene considerato la figura di spicco dalla banda, Antonio Mereu, di Orgosolo, arrivava tramite un noto armaiolo/perito balistico che a sua volta, sfruttando la sua professionalità e le sue conoscenze, era riuscito a attivare un ininterrotto canale di approvvigionamento di armi da una struttura dell'Esercito, grazie alla complicità di un militare ed un impiegato civile del ministero della Difesa.
Il sistema criminale - hanno sottolineato i carabinieri - era incentrato sulle procedure di rottamazione delle armi del 15/o Ce.Ri.Mat. (Centro Rifornimenti e Manutenzione) dell'Esercito di stanza a Padova. L'armaiolo Renato Bazzan e suo figlio Willy (entrambi arrestati) - il primo capo squadra dei Vigili del Fuoco di Padova ed il secondo pompiere 'discontinuo' - attraverso il luogotenente Giuseppe Mattei ed il dipendente Paolo Paris, entrambi in servizio al 15/o Ce.Ri.Mat., trafugavano armi intere o parti che poi venivano consegnate a Renato Bazzan. Questi a sua volta le rendeva clandestine modificando la matricola.
Successivamente le armi venivano cedute anche a Mereu che a sua volta le immetteva nel mercato clandestino sardo e calabrese. Le armi venivano utilizzate anche quale corrispettivo per il pagamento di partite di droga acquistate dalla 'Ndrangheta ed inviate per lo smercio in Sardegna.
Nel complesso la Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari ha richiesto ed ottenuto l'arresto per Giovanni Antonio Mereu, di 47 anni, residente a Traversetolo (Parma); Pasquale Musina, di 40, Antonio Mereu, di 27, e Antonello Mereu, di 26, questi ultimi residenti a Orgosolo (Nuoro); Giovanni Succu, di 49, residente a Villanova Sull'Arda (Pc); Antonio Francesco Pipere, di 51, e Antonio Francesco Mereu, di 54, residenti a Orgosolo; Francesco Riillo, di 46, domiciliato a Viadana (Mn); Giuseppe Mattei, di 56, residente a Cadoneghe (Pd); Paolo Paris, di 52, residente a Stanghella (Pd); Renato Bazzan, di 58, residente a Conselve (Pd); Willy Bazzan, di 29, residente a Conselve (Pd); Cesare Agresti, di 65, residente a Traversetolo (Pr); Stefano Agresti, di 31, di Traversetolo (Pr); Emanuele Cianciotto, di 52, di Fonni (Nu); Antonello Lutzu, di 52, di Mamoiada (Nu); Graziano Lutzu, di 26, di Nuoro; Antonino Modafferi, di 37, di Parma; Velio Tomaso Marini, di 52, di Basilicanova (Pr).
Agli arresti domiciliari Giulio Cesare Mulas, di 45, di Tertenia (Nu); Agostino Pudda, 66, residente a Montechiarugolo (Pr); Marco Arzu, di 33, residente a Montefiorino (Mo); Roberto Mezza, di 50, residente a Fombio (Lo).
Applicazione dell'obbligo di dimora per Lucio Baltolu, di 56, di Olbia; Andrea Piredda, di 58, di Nulvi (Nu); Peppino Puligheddu, di 52, di Orgosolo; Gentijan Tusha, di 35, albanese; Gaetano Friio, di 51, residente a Viadana (Mn); Giampiero Serra, di 55, Sogliano al Rubicone (Fc); Antonio Giordano, di 52, Gattico (Re); Costantino Nieddu, di 63, residente a Volterra; Luca Carboni, di 46, residente a Orani (Nu); Edoardo Sari, di 74, residente a Graffignana (Lo); Luciano Canu, di 75, residente a Parma. Ci sono poi anche vari denunciati (quattro della banda Mesina ora detenuti) e sette a piede libero.
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