Si trova indagato per una critica che non ha mai fatto

CAMPOSAMPIERO. Indagato da due anni a sua insaputa per un commento denigratorio pubblicato su un forum, in internet, contro un ristorante dove non è mai stato a mangiare in vita sua. È capitato a L....

CAMPOSAMPIERO. Indagato da due anni a sua insaputa per un commento denigratorio pubblicato su un forum, in internet, contro un ristorante dove non è mai stato a mangiare in vita sua. È capitato a L.B. 48 anni che abita in via Fabris con moglie e due figli. «Per favore solo le iniziali perché ho due omonimi qui a Centoni e proprio sul mio nome è nato questo caso incredibile» chiede l’interessato. Nei giorni scorsi ha ricevuto dalla Procura di Belluno l’avviso di essere stato indagato per diffamazione «perché, comunicando con più persone attraverso un forum informatico (www.nuovocadore.it), offendeva l’onore e la reputazione di O.P. titolare del ristorante “La Cantinetta” di Valle di Cadore (Belluno)». Il commento, datato 17 agosto 2012, sconsigliava di andare a mangiare alla Cantinetta perché poco curata, con personale poco gentile e con problemi pregressi con l’ufficio d’igiene. «Ma io non sono mai stato a Valle di Cadore in vita mia e quindi non ho mai mangiato lì. Non conosco il titolare né il tale che ha mandato il commento, inserendo i miei dati e non so nemmeno usare il computer. Sono un operaio con famiglia a carico e non vado mai in vacanza, figuriamoci se mi sogno di scrivere su un forum un commento su un ristorante del Cadore».

«Nessuno mi ha contattato prima, per un fatto che risale al 2012, ed oggi mi trovo a dover nominare un avvocato di fiducia». L.B. ha nominato Domenico Zanon in sua difesa. «Domani (oggi, ndr) sarò a Belluno a depositare la mia nomina e a chiedere che il mio assistito sia sottoposto a interrogatorio, che sia sentita come teste la moglie e che sia disposto ogni accertamento al fine di verificare la sua estraneità all’accusa» dice Zanon «Accerteremo se si tratta di un errore o, peggio, di un atto calunnioso che qualcuno ha posto in essere utilizzando l’identità altrui».

Francesco Zuanon

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