Sit-in contro la scomparsa dei consultori familiari

Protesta davanti all’ospedale di Monselice promossa dalle donne della Cgil Attività accorpata a Ostetricia e Ginecologia: «Mancano gli aspetti psico-sociali»
Di Francesca Segato

MONSELICE. Scendono in piazza le donne della Cgil contro lo smantellamento dei consultori familiari. Ieri mattina davanti all’ospedale di Monselice, il coordinamento donne della Cgil ha inscenato un sit-in con volantinaggio. La richiesta è di ripristinare i consultori nei vecchi ospedali di Este e Monselice, dopo il passaggio al polo unico di Schiavonia. «Il direttore generale dell’Usl 17» dichiara Alessandra Stivali della segreteria provinciale della Cgil «dopo aver pubblicamente apprezzato i positivi risultati delle attività conseguite negli anni dai consultori familiari di Este, Monselice, Conselve e Montagnana, ha deciso e già avviato lo smantellamento degli stessi. Da settembre, infatti, l'attività ostetrico-ginecologica consultoriale è stata accorpata e gestita direttamente dal direttore di Ostetricia e Ginecologia mentre in precedenza afferiva al servizio consultoriale dell'Azienda. Ma sono i dati complessivi a dimostrare una tendenza che riteniamo sbagliata e da correggere: il territorio ha perso tre ginecologi, altrettanti psicologi e due assistenti sociali».

Il timore è che scompaiano tutti gli aspetti psico-sociali che, affiancati a quelli sanitari, sono l’essenza del ruolo dei consultori. Secondo Lucia Berto del Coordinamento donne la decisione dell’Usl «contrasta nettamente con gli obiettivi previsti dalle Leggi sui consultori familiari». «All'interno degli ambulatori ospedalieri» sottolinea Ivana Fogo, dello Spi Cgil «l'utenza trova una risposta specialistica, ma limitata unicamente agli aspetti sanitari e quindi non integrati».

«Chiediamo al direttore generale» conclude Cristina Fonso, Fp-Cgil «di ripristinare le sedi consultoriali, rispettando la loro natura di servizio territoriale, all'interno dei siti ospedalieri dismessi di Este e Monselice». La Cgil ricorda che le coppie e le famiglie «hanno bisogno di un consultorio familiare e non di un ambulatorio ginecologico, di un luogo aperto con risposte per la sessualità, per la procreazione, per la contraccezione, per l'attività relativa all'interruzione volontaria della gravidanza, per i rapporti genitori-figli, per i giovani. Hanno bisogno di un servizio legato a una idea di salute intesa come bene da preservare non solo nei suoi aspetti sanitari». È già partita una richiesta di incontro al direttore generale e lunedì prossimo, dalle 10, un nuovo volantinaggio è convocato davanti all’ospedale di Este.

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