Soci dello studio Penso-Venuti il tesoro resta sotto sequestro

I 12 milioni sequestrati restano sotto sequestro. Lo hanno deciso i giudici del Riesame chiamati a decidere sul ricorso intentato dai legali Ambrosini e Rampinelli sul tesoretto (costituito da soldi, azioni e quote di società di immobili) dei soci dello studio Penso Venuti. I professionisti Guido e Christian Penso e Paolo Venuti sono dunque accusati di riciclaggio nell’inchiesta veneziana sui fondi “neri” all’estero: a loro carico i quasi 12 milioni di sequestri disposti dal gip David Calabria. Venuti, la moglie Alessandra Farina e Penso, padre e figlio, sono indagati per riciclaggio internazionale. Per gli intermediari svizzeri Filippo Manfredi San Martino di San Gemano D’Agliè e Bruno De Boccard, invece, l’accusa è di esercizio abusivo dell’attività finanziaria con raccolta e gestione illecita di investimenti. A raccontare il meccanismo ai finanzieri del comandante Gianluca Campana, un imprenditore del comparto delle calzature che ha ricostruito il caso relativo alla sua azienda e la cui deposizione è finita nelle carte dell’inchiesta del procuratore aggiunto Stefano Ancilotto. L’indagine, nata a Venezia è ora passata per competenza territoriale a Padova è quella relativa al riciclaggio all’estero del nero di molti imprenditori, grazie allo studio Pvp. La stima della Fiamme Gialle è che il malloppo sia di circa 250 milioni di euro. Soldi che in larga parte sono ritornati in Italia - quando il segreto bancario si stava per sgretolare - con scudi fiscali o procedure affini. Ad ammettere per primo di aver portato in Svizzera 37 milioni tramite lo studio Pvp era stato l’imprenditore delle calzature Damiano Pipinato: soldi poi regolarmente “scudati” con i vari condoni. Venuti, la moglie Alessandra Farina e Penso, padre e figlio, sono indagati per riciclaggio internazionale. Per gli intermediari svizzeri Filippo Manfredi San Martino di San Gemano D’Agliè e Bruno De Boccard, invece, l’accusa è di esercizio abusivo dell’attività finanziaria con raccolta e gestione illecita di investimenti. inutile dire che tutto è partito seguendo i soldi di Giancarlo Galan, ritenuti delle tangenti. —
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