Solidarietà e minacce Paolo diventa un caso

Messaggi di solidarietà, appelli al Governo italiano e condanne alle autorità rumene, ma anche minacce di morte e offese gratuite. È quanto prodotto dal tam tam mediatico che si è mosso attorno al caso di Paolo Lagana, 27 anni, il cantante padovano diventato famoso a X Factor Romania e oltraggiato in diretta nazionale per la sua omosessualità.
Il caso.
Lagana, nato a Monselice e per 21 anni vissuto a Galzignano Terme, omosessuale dichiarato, è stato uno dei concorrenti più discussi dell’edizione rumena di X Factor. Sbarcato a Bucarest per amore quattro anni fa, il giovane monselicense – un passato da studente al “Modigliani” di Padova e alla facoltà di Filosofia dell’Università di Padova – è riuscito ad accedere alla finale del talent show che spopola in tutto il mondo, e che peraltro in Italia ha già consacrato due artiste padovane, Chiara e Aba. Paolo è stato al centro di numerose esternazioni discriminatorie da parte di un giurato della trasmissione, il rapper nazionalista e omofobo Cheloo. Il 24 novembre scorso, dopo che il monselicense si era esibito con “Paparazzi” di Lady Gaga, Cheloo ha indirizzato verso il cantante padovano un’affermazione pesantissima: «Io disprezzo tutto ciò che sei, quello che voi rappresentate e questa nazione ti manderà a casa». Già nelle precedenti puntate Paolo era stato preso di mira per la sua inclinazione sessuale. In Romania è scoppiato un caso nazionale, tra multe all’emittente televisiva Antena 1, lettere di condanna da parte di Freemantle Media - la società che ha la licenza di X Factor in Europa – e petizioni da parte delle associazioni rumene più attive sul fronte delle discriminazioni razziali. Ma mai nessuna scusa da Cheloo o X Factor Romania.
La solidarietà.
Nel frattempo Paolo è stato eliminato da X Factor ma il suo caso tiene ancora banco nei talk-show e nei giornali di gossip rumeni. Dall’Italia si è aperto un ampio fronte di solidarietà, a partire da quello espresso da Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center in Italia: «Ci aspettiamo che il nostro Ministero degli Esteri chieda formalmente le scuse di quanto accaduto alle autorità della Romania e che il caso di Paolo trovi la solidarietà più ampia anche da parte dei protagonisti italiani del talent show X Factor». Anche Alessandro Zan, deputato di Sel, chiede alle autorità politiche rumene di prendere le distanze da quanto accaduto: «Esprimo la mia piena solidarietà al giovane. L’omofobia è una forma volgare di aggressione che colpisce la dignità delle persone. Quando poi se ne fa apertamente propaganda, utilizzando un palcoscenico e l’amplificazione del mezzo televisivo, diventa ancora più aggressiva e pericolosa. Credo che tutti dovremmo manifestare a Paolo la nostra vicinanza e chiedere alle autorità della Romania di prendere decisamente le distanze da quanto accaduto». Tra gli interventi c’è anche quello di Matteo Pegoraro, consigliere omosessuale del Comune di Solesino, già protagonista qualche mese fa di un caso mediatico:un parroco che lo aveva discriminato nella sua corsa a sindaco del paese.
I timori.
La “popolarità” di Paolo ha però avuto anche ripercussioni negative sulla vita del giovane. Quotidianamente c’è chi scrive nella pagina Facebook del ventisettenne augurando al cantante la morte, minacciandolo di morte o promettendo pestaggi per strada. Sulla rete esistono video pubblicati da omofobi rumeni che oltraggiano l’immagine di Lagana. Ma la discriminazione non è solo virtuale: in centro a Bucarest un uomo ha fermato il monselicense e gli ha sputato addosso. «Continuo a fare la mia vita e cerco di combattere la paura», assicura però il giovane cantante.
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