Solisti Veneti, è morto il maestro Claudio Scimone

Ha fondato e diretto per 60 anni la formazione di artisti che hanno reso la musica veneta e italiana famosa nel mondo con seimila concerti in 90 Paesi
Il maestro Claudio Scimone in Prato della Valle a Padova
Il maestro Claudio Scimone in Prato della Valle a Padova

Addio al maestro Scimone, un omaggio per immagini

PADOVA. Lutto nel mondo della musica. Si è spento nella notte del 6 settembre 2018 il maestro Claudio Scimone, fondatore (nel 1959) e direttore musicale de “I Solisti Veneti”, formazione nota nel mondo e della quale ha diretto tutti i concerti, le registrazioni, l’opera di ricerca e le pubblicazioni.

Padova, scure sui Solisti Veneti, 100mila euro in meno di contributo statale: «L’attività è a rischio»
I Solisti Veneti


Nato a Padova il 21 dicembre 1934, Scimone fu allievo per la direzione d’orchestra di Dimitri Mitropoulos e Franco Ferrara.

Ha esordito nel campo operistico al Covent Garden di Londra con l’”Elisir d’Amore” ed ha collaborato per opere, concerti o registrazioni con molte delle massime istituzioni mondiali quali , ad esempio, l’Arena di Verona, la Fenice di Venezia, il Rossini Opera Festival di Pesaro ( per le prime esecuzioni in tempi moderni di “Mosè in Egitto” , “Maometto II” , “Edipo a Colono”), il San Carlo di Napoli, l’Opera di Roma (Terme di Caracalla), la Scala di Milano , Teatri d’ Opera di New York , Parigi, Madrid, Lisbona , Zurigo , Opéra Royal de Wallonie, ecc. e Orchestre Sinfoniche di Londra (Philharmonia e Royal Philharmonic), Bruxelles, Parigi , Tokyo , Vienna , Sydney, Montreal, Bamberger Symphoniker e numerose altre.

Il maestro Claudio Scimone in Prato della Valle a Padova
Il maestro Claudio Scimone in Prato della Valle a Padova


E' stato direttore onorario dell’Orchestra Gulbenkian di Lisbona della quale è stato per 15 anni Direttore stabile.
Con la memorabile prima esecuzione moderna di “Orlando Furioso” (Verona 1978) con Marylyn Horne, Victoria de Los Angeles e la regia di Luigi Pizzi ha rivelato al mondo l’importanza dell’ opera teatrale vivaldiana.

Ha diretto e registrato le prime esecuzioni moderne integrali di numerose opere di Rossini (“Mosè in Egitto”, “Maometto II” , “Edipo a Colono” con l’Orchestra Philharmonia di Londra, “Ermione”, “Armida”con “I Solisti Veneti”) e di altri grandi compositori italiani (fra cui Vivaldi,Albinoni, Galuppi, Salieri.) e stranieri (“Guillaume Tell” di Grétry e altre) e ancora, con la Philharmonia, la prima registrazione mondiale (l’unica tuttora esistente) dell’opera sinfonica di Muzio Clementi, sempre che ha destato plauso incondizionato della critica musicale.
 
Scimone ha anche collaborato con la Fondazione Rossini di Pesaro per l’edizione dell’Opera Omnia Rossiniana e ha diretto tre “prime moderne” rossiniane al Rossini Opera Festival di Pesaro, collocandosi fra i quattro nomi storici più illustri della rassegna.

Ha dedicato un’appassionata attività alla formazione musicale dei giovani, è stato docente della Classe di Orchestra nel Conservatorio di Venezia e per quasi 30 anni e direttore del Conservatorio superiore di Musica di Padova tenendo corsi di perfezionamento in numerosi Paesi.
 
Per questa sua opera infaticabile ha ricevuto dalla Presidenza della Repubblica Italiana l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica (la più alta onorificenza della Repubblica Italiana). E’ l’unico musicista ad aver ricevuto dalla Regione del Veneto il Leone del Veneto conferito all’unanimità dal Parlamento Regionale.

L’Università di Padova, una delle due più antiche nel mondo, gli ha recentemente conferito la laurea honoris causa in Giurisprudenza; nel corso di tale cerimonia solenne ha tenuto una “lectio magistralis” su “L’evoluzione storica del rapporto fra l’interpretazione del diritto e l’intepretazione musicale”.

Nel 2017 ha ricevuto dall’“International Catholic Film Festival” Il Premio Speciale alla Carriera.

La vitalità e lo spirito del maestro 83enne erano proverbiali. Non più tardi di un mese fa, dopo aver superato il traguardo dei seimila concerti in giro per il mondo, ha sollevato un caso che non ha mancato di far discutere il mondo culturale padovano e veneto: il taglio dei fondi regionali ai "suoi" Solisti.

«Si è verificato il paradosso che mentre la Commissione per la valutazione della “Qualità artistica” ci ha dato valutato con 32 punti su un massimo di 35, punteggio altissimo, la sovvenzione concessa al nostro ente è stata decurtata di 100 mila euro», ha spiegato. Il che equivaleva a un taglio di un terzo, visto che il contributo su cui l’ente Solisti poteva contare ammontava fino a prima a 316 mila euro.

«Questa deliberazione», ha debunciato il maestro, «è stata comunicata, come quasi ogni anno, a tutti gli interessati alla fine di luglio cioè dopo che ampia parte della programmazione è già stata realizzata e comunque con l’obbligo di realizzare quasi integralmente il programma presentato e quantificato nella domanda». Come dire: propongo tot concerti sapendo che potrò contare su 316 mila euro, il ministero me ne toglie 100 mila, ma io devo produrre lo stesso programma.

Scimone era amareggiato e preoccupato: «È chiaro che in tali condizioni i Solisti Veneti, che hanno iniziato la loro sessantesima stagione di un’attività gloriosa dedicata a diffondere nel mondo l’immenso patrimonio della musica veneta e italiana di tutte le epoche in 90 Paesi, con oltre 300 titoli registrati in dvd, cd, lp, si troveranno in futuro a dover sospendere la loro attività».
 
Prima di spegnersi, il maestro ha avuto il tempo di rivolgere un appello al mondo istituzionale padovano e veneto «per ottenere dal Ministero la condizione economica a cui eravamo abituati» e per garantire così il futuro dei Solisti Veneti, la sua creatura, che ha cresciuto e amato per tutta la vita.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova