Sos per Terapia neonatale Già 3.500 firme in tre giorni

Petizione lanciata da una mamma cui i medici del “Cosma” hanno salvato il figlio «Un reparto così all’avanguardia non può chiudere perché mancano pediatri»





«Aiutateci a farci sentire. Tutto il personale del reparto di Terapia intensiva neonatale ha dato la vita ai nostri piccoli guerrieri; è ora di restituire una piccola parte di ciò che tutti hanno dato a noi genitori. Tin di Camposampiero non mollare».



È l’appello lanciato su internet da Elisa Manfroi, tramite la petizione “Per i bambini, per il futuro”, caricata su change.org e rivolta al governatore del Veneto Luca Zaia per salvare il reparto di terapia intensiva e di pediatria dell’ospedale di Camposampiero. Elisa Manfroi, di Cencenighe, comune in provincia di Belluno, è la mamma di Sebastian, nato al “Pietro Cosma” il 24 dicembre 2016 e letteralmente salvato dal personale e dalla tecnologia del reparto di terapia intensiva. La petizione, in tre giorni, ha già superato le 3.500 adesioni con nuove firme che si succedono a raffica. La storia di Elisa Manfroi e del suo piccolo guerriero è da brividi, tanto drammatica quanto straordinariamente a lieto fine. Dopo una gravidanza regolare, l’improvvisa rottura delle acque alla 22esima settimana, aveva reso necessario il parto prematuro del piccolo Sebastian che, alla nascita, pesava appena 600 grammi. «Eravamo corsi in ospedale a Belluno, perché ad Agordo non c’è più l’ostetricia, ma dovevo essere trasferita d’urgenza in un ospedale con un reparto di terapia intensiva specializzato in grandi prematuri. L’opzione Cittadella non c’era, Treviso e Padova erano piene, rimanevano Camposampiero o Verona. Quel giorno, la nebbia impediva il trasferimento in elisoccorso quindi partimmo in ambulanza diretti a Camposampiero» .



Appena nato, il piccolo, in pericolo di vita, fu affidato all’équipe guidata dal primario Marco Filippone, oggi dimissionario, ma i primi giorni furono critici perché non rispondeva alle cure, tanto che fu battezzato in ospedale. Sebastian lottò superando la grave immaturità respiratoria, il peso ridottissimo e le complicanze alla retina, grazie alle cure di altissimo livello ed all’amore di mamma Elisa e della sua famiglia. Quattro mesi in terapia intensiva a Camposampiero e Sebastian, nella primavera del 2017, con un peso di 2. 800 grammi, era pronto a tornare tra le montagne del bellunese che ancora non aveva visto. «Oggi lotto e cerco l’aiuto di tanti per difendere questa struttura di Camposampiero. Il reparto, con il personale medico e paramedico è una grande famiglia per tanti genitori e bambini che lì hanno visto la luce, l’amore e la vita. Un reparto così, inaugurato dal presidente Zaia nel 2016, non può chiudere per i numeri» aggiunge Elisa Manfroi. Oggi alle 17, nella sala consiliare di Carmignano di Brenta, la dirigenza dell’Usl 6 incontra i sindaci del territorio ex Usl 15 per fare il punto sulle questioni delle risorse umane e degli investimenti negli ospedali di Cittadella e Camposampiero. —



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