Sospesi i ricoveri del «sollievo»

Dal 1º gennaio bloccate le permanenze temporanee di disabili in strutture
DISABILI NEL MIRINO DEI TAGLI Ospiti dell’Opsa di Sarmeola La struttura, con la cooperativa Iride, garantiva in convenzione con l’Usl 16, le permanenze temporanee di disabili gravi
DISABILI NEL MIRINO DEI TAGLI Ospiti dell’Opsa di Sarmeola La struttura, con la cooperativa Iride, garantiva in convenzione con l’Usl 16, le permanenze temporanee di disabili gravi
 PADOVA.
Da mesi i genitori avevano fatto richiesta, che era stata accolta, per dieci giorni di permanenza programmata all'Opsa (Opera della divina provvidenza) di Sarmeola, che fino al 31 dicembre tale servizio offriva in convenzione con l'Usl 16. Avevano chiesto che la loro figlia di 47 anni, disabile gravissima - non parla e viene alimentata attraverso la Peg, una sonda inserita direttamente nell'intestino - potesse essere ospitata e assistita nella struttura di Sarmeola: la mamma in quei giorni avrebbe dovuto essere in ospedale per un intervento chirurgico già programmato in novembre; per tale motivo aveva sistemato la figlia all'Opsa. Il papà settantenne lavora e comunque, oltre al fatto che una persona sola non può gestire la ragazza, voleva potersi dedicare alla moglie ricoverata. Quei due genitori hanno accompagnato la figlia all'Opsa ma dopo due giorni sono dovuti andare a riprenderla per riportarla a casa. Non si può più fare.  Fino al 2010 era un continuo turn over nei tre posti all'Opsa per le permanenze programmate o urgenti (il disabile grave che rimane solo per problemi o malattie dei genitori), o in quelli della cooperativa Iride, le uniche due strutture che assolvono a tale delicato servizio: le altre strutture che inizialmente si prestavano, hanno tutte dato disdetta.  Poi, a fine dicembre, i servizi sociali hanno comunicato alle famiglie interessate e alle strutture che queste opportunità - vitali per i genitori - non ci sono più. Per ora almeno. I genitori - racconta Piera Fracassi Cipresso, presidente dell'Aias di Padova, riportando le testimonianze di decine di mamme e papà: «i miei genitori», li chiama - si sono offerti di pagare di tasca loro la retta, ma anche volendo non è possibile: l'Opsa è in convenzione con l'Usl 16 e solo questo è l'iter di accesso al servizio. Dal 2011 i tagli della Regione alla sanità hanno fatto una strage, partendo dai più deboli, col risultato che dal 1º gennaio tutto è bloccato. Niente più permanenze programmate e anche per le emergenze non ci sono troppe certezze. Non è detto che rimanga così ma per il momento questa è la realtà. I conti finali si faranno con la ripartizione dei fondi della Regione, che ancora non c'è, ovvero con quello (molto poco) che rimarrà dopo aver finanziato i livelli essenziali di assistenza (Lea) che nel caso della disabilità sono solo i Ceod. Allarmato, e non poco, per la situazione è Emanuele Vignali, direttore sanitario dell'Opsa, una comunità dove vivono 700 persone gravemente disabili: «Finora erano i servizi sociali ad autorizzare gli ingressi temporanei in struttura: ora tutto è bloccato. Se venissero sospesi sarebbe una cosa gravissima: è una risorsa fondamentale per i genitori di disabili gravi e permette anche di mantenere più a lungo la risorsa famiglia, dandole momenti di respiro». Ora Vignali sta cercando di capire quello che sta succedendo, se si tratta di una sospensione definitiva, temporanea o se invece cambiano, e come, le modalità di accesso al servizio. Nel frattempo, a rimanere in ginocchio sono le famiglie di persone gravemente disabili.

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