Spaccata all’Izi Play per il cambiamonete imbottito di denaro

I predoni lanciano un pesante tombino contro le vetrate e portano via di peso il forziere dalla sala da gioco di Vigonza
Di Giusy Andreoli

VIGONZA. Ennesima spaccata ieri notte alla sala scommesse di via Diaz a Perarolo. Erano le 3.10 quando un residente ha informato il 112 di essere stato svegliato da un colpo sordo e di avere guardato in strada, notando quattro persone vestite di scuro che stavano trascinando una pesante cassaforte lungo via del Cristo Moro.

Sul posto sono perciò accorsi sia i carabinieri della stazione di Cadoneghe sia l’autoradio del 112 di Padova, che convergendo su Perarolo hanno perlustrato l’intera zona senza però trovare traccia dei malfattori. Probabilmente avevano un’auto parcheggiata nelle vie retrostanti il quartiere, con la quale si sono allontanati prima dell’arrivo delle gazzelle.

I militari hanno riscontrato che gli sconosciuti avevano infranto la porta a vetri d’ingresso dell’agenzia di scommesse Izi Play, al civico 158 di via Diaz, rubando il cambiamonete e portandoselo via di peso.

Per terra c’era ancora il tombino, preso dal piazzale davanti all’edificio e lanciato contro la vetrata. Poco dopo è arrivato anche il titolare dell’agenzia, Wang Yongrui, 40 anni, cittadino cinese, residente a Camisano Vicentino.

«Dovevano essere in parecchi», commenta piuttosto scosso Wang, «il tombino pesa almeno 50 chili e per rimetterlo a posto ho dovuto farmi dare una mano dai carabinieri».

Le telecamere, comunque, hanno ripreso tutto. Da quantificare il bottino, sicuramente di qualche migliaio di euro.

A Wang non è rimasto che pernottare nel suo locale, dove ora dovrà rimanere fino alla riparazione della porta. La spaccata di ieri notte ricalca in tutto e per tutto quella messa a segno alla stessa agenzia nel dicembre del 2010. Anche allora rubarono il cambiamonete, conteneva 3 mila euro.

Nel maggio dello stesso anno, con gestione Ladbrokes, i ladri aprirono la cassaforte con la fiamma ossidrica depredandola di 30 mila euro. Non contenti, razziarono pure le slot machine dopo aver avuto accesso da un buco praticato nel muro che divideva l’agenzia da una gelateria. Nella quale erano entrati passando da una finestrella.

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