Spacciatori incastrati dalle mamme

Le donne si erano rivolte alla polizia per salvare le loro figlie dalla droga
LA CASA DELL’ESPOSTO L’abitazione di Carraro a Limena
LA CASA DELL’ESPOSTO L’abitazione di Carraro a Limena
 Tre mamme coraggio. Tre figlie minorenni in pericolo per questioni di droga. Tre spacciatori arrestati. Decine di perquisizioni. Ma soprattutto uno spaccato inquietante di una parte del mondo giovanile padovano.  Ha l'odore acre dell'eroina e la doppiezza del metadone la storia di cui sono venuti a capo gli agenti della squadra Mobile diretti dal vice questore aggiunto Marco Calì, che l'altra mattina hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare per spaccio e decine di perquisizioni, richieste dal pm Emma Ferrero e firmate dal gip Sonia Bello. In cella sono finiti Loris Carraro, detto «Buia», 31 anni, residente a Campodarsego in via Garelli 13, ma domiciliato a Limena in via Roma 64, Federico Tomasin, detto «Feo» o «Lupo», 29 anni, residente in via Crescini 134 e Jerry Otaigbe, detto «Busolin», 31 anni, residente a San Giorgio in Bosco in via Spino 77/D (al secondo piano).  Gli investigatori a maggio scorso erano partiti da un esposto di tre mamme, una delle quali si era presentata in questura con in mano una foto: c'era ritratto l'edificio di via Roma a Limena, dove viveva Loris Carraro dicendo: «Lì si spaccia. Me l'ha confidato mia figlia». E da quel «lì» sono partiti gli agenti, che prima hanno individuato Carraro e poi, grazie anche alle intercettazioni, gli altri due, ma soprattutto sono venuti a conoscenza dei nomi e cognomi di decine di ragazzi e ragazze che acquistavano droga (hashish, eroina, metadone) da «Buia», «Feo» o «Busolin». La doppiezza dei tre stava nel fatto che gli acquirenti erano anche loro amici. Carraro, che lavora come dipendente di una ditta che ripara condizionatori (Tomasin, invece, è disoccupato) riforniva i giovani al parco Iris, ma vendeva droga anche in via Facciolati e in via Crescini. Ma anche ai rave party. Un business parallelo che la Mobile aveva già tentato di stroncare nel giugno scorso, quando Loris Carraro è stato arrestato insieme a Samir Gharbi, 37 anni, algerino, con un chilo di eroina purissima. Nonostante la «scoppola», una volta uscito dal carcere l'operaio ha continuato imperterrito a spacciare. Lui come Federico Tomasin (arrestato il 23 luglio perché trovato in possesso di 35 grammi di eroina). Un «socio» alla volta, gli agenti erano arrivati a molti componenti della banda, da Massimo Rossi (nella cui casa il 25 maggio scorso è stato trovato un piccolo arsenale) a Mauro Piovan, 57 anni di Due Carrare (finito in cella il 29 giugno scorso, l'uomo viveva con madre e nonno), da Gabriele Agostini (preso il primo luglio) a Aniceto Viale, 46 anni di Codevigo (3 settembre).  La storia s'è chiusa? Forse sì. Ma come spesso accade, è la domanda a regolare l'offerta. Altri spacciatori sono pronti a inserirsi nel business. Finché ci sarà la richiesta per organizzare «festini da sballo» come quelli filmati l'estate scorsa dalla squadra Mobile a Piazzola, lungo l'argine del Brenta dove una cinquantina di padovani si ritrovarono per lo «sballo».
Il video della Mobile su www.mattinopadova.it

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