Sparito l’anello simbolo dell’ospedale

PADOVA. Riemerge dal passato il mistero dell’anello sigillare indossato da Sibilla de Cetto, la nobildonna che fondò l’Ospedale San Francesco il Grande. Il prezioso gioiello in oro appartenente al patrimonio artistico dell’Azienda ospedaliera di Padova non si trova ormai da quasi trent’anni. È scomparso nel nulla durante l’allestimento di una mostra a Parigi nel 1989.

Ora via Giustiniani sta cercando di fare chiarezza sull’accaduto ripercorrendo gli ultimi passi di quell’anello “simbolo”. Questo perché, per volontà del direttore generale Claudio Dario, è in corso la catalogazione digitale di tutti i beni e opere d’arte legati alla storia della sanità padovana, in collaborazione con la Soprintendenza Belle arti e paesaggio.
L’anello perduto era un sigillo anulare del XV secolo. Trent’anni fa era stato valutato 6 milioni di lire ma il valore storico, in quanto pezzo unico, oggi sarebbe molto più alto. L’anello riportava sul castone il segno distintivo del proprietario ed era utilizzato per apporre la firma con un’impronta su tavolette di cera.
Il sigillo di Sibilla de Cetto rappresenta una piccola croce dentro un contorno ellittico. L’anello in questione fu rinvenuto nella tomba della nobildonna padovana.
È nel 1407 che Sibilla de Cetto e il marito Baldo de Bonafari decisero di far erigere un grande ospedale in via San Francesco. Ampio 2700 metri quadri, fu una delle più evolute realtà ospedaliere dell’età moderna. Rimase attivo fino al 1798, quando fu sostituito dall’ospedale Giustinianeo.
I coniugi benefattori furono sepolti nella chiesa annessa. Nonostante l’anello fosse nella tomba di Sibilla de Cetto, si pensa che fosse portato da uno dei primi priori dell’ospedale (era di fattura particolarmente grossa e pesante).
Dalla documentazione ufficiale si apprende che nel 1911 l’anello passa nelle mani dei Musei civici. Nel maggio del 1989 il monile vola a Parigi, in Francia, per essere esposto alla mostra “I secoli d’oro della Medicina” al Museo di Storia naturale.
Il giorno dell’inaugurazione, però, dell’anello non c’era già più traccia. Alcuni rappresentanti padovani erano stati mandati in missione in Francia, ma pochi sembrano ricordare quegli eventi. «L’anello era affidato al Museo Bottacin», dichiara Davide Banzato, direttore dei Musei civici di Padova. «In quel periodo non ero il responsabile dei Musei civici. In ogni caso so che l’anello è scomparso durante le operazioni di allestimento, ma non è stato accertato se si è trattato di smarrimento o furto. Il fatto è stato denunciato alla polizia francese che è accorsa sul posto e ha compiuto una perquisizione in sede».
Nonostante i controlli degli ispettori francesi, l’anello non è mai stato trovato. «Pare che la vetrinetta che conteneva l’anello non fosse ben sigillata», racconta Andrea Saccocci, conservatore del Museo Bottacin in quegli anni, ma assente a Parigi. L’anello era in oro però emerge un’incongruenza. Si parla di un anello in argento sia nell’elenco di consegna redatto dall’ospedale nel marzo del 1911, sia nella lettera di deposito redatta dai Musei civici nel maggio del 1911.
Adesso in via Giustiniani stanno cercando di capire se l’assicurazione del tempo ha mai erogato il risarcimento. «Noi stiamo facendo la nostra parte, abbiamo chiesto aiuto al Settore risorse finanziarie del Comune per riuscire a reperire la documentazione necessaria», sottolinea Banzato.
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