Startup innovative Padova si conferma tra le top 10 d’Italia Boom e-commerce

Padova si conferma anche in un 2020 piuttosto difficile uno dei poli strategici dell’innovazione nazionale. A dirlo sono i dati del Ministero dello Sviluppo Economico e Infocamere, che insieme elaborano ogni trimestre un report sull’andamento del mondo delle startup e delle imprese innovative. Report, questo, che registra le variazioni in fatto di numerosità e di rapporto tra startup e tessuto economico-territoriale, ma che analizza anche alcuni dati aggregati relativi ai risultati economici che questa tipologia di Pmi pubblica nei suoi bilanci, obbligatoriamente depositati presso le Camere di Commercio del Paese.
Due le macro-classifiche in cui Padova emerge come uno dei poli dell’innovazione dell’Italia intera: la prima si riferisce al numero delle startup innovative attive in un dato periodo di tempo (in questo caso l’ultimo quadrimestre del 2020), la seconda guarda al rapporto tra queste e la massa delle nuove società di capitali registrate presso le locali Camere di Commercio. E la provincia, con le sue 298 startup innovative (pari al 2,66% del totale di quelle presenti sul territorio nazionale), è sesta in Italia e risulta preceduta solo da città che, anche considerando solamente la popolazione residente, risultano molto più grandi. Prima di Padova in questa classifica si notano in effetti solo Milano (prima in assoluto) e poi Roma, Napoli, Torino e Bologna. Ma anche dal punto di vista della densità delle startup sul totale delle nuove società di capitali, una provincia tradizionalmente molto vitale e ricca di imprenditorialità come Padova si conferma comunque tra le prime 10 in Italia e ottiene una nona posizione di tutto rispetto, grazie ad una densità che arriva al 4,94%.
«Complice la presenza dell’Università e di un buon tessuto imprenditoriale il nostro territorio ha da sempre favorito la nascita di startup innovative» spiega Giulia Turra, executive manager dell’incubatore universitario d’impresa Start Cube, divisione del Galileo Visionary District «Questo ci permette di raccogliere anche per il 2021 una rinnovata ed ambiziosa sfida: creare le condizioni di fiducia e di crescita per supportare con il nostro incubatore i nuovi imprenditori». E se i numeri continuano a confermare la centralità di Padova, gli stessi non nascondono però le difficoltà di un anno difficile come quello appena passato.
Le startup sono infatti imprese nuove che, proprio perché prive di un lungo percorso imprenditoriale alle spalle, spesso non possono contare su posizioni finanziarie solide, né su di un patrimonio consolidato di relazioni con il sistema del credito. Una tipologia d’impresa, questa, che vive quindi molto sui flussi di cassa e che tende a soffrire più di altre il rallentamento dell’economia causato dal Covid-19. A tradurre in numeri queste difficoltà è lo stesso report del Mise e di Infocamere, che segnala in effetti una flessione importante nel numero di questa tipologia di imprese tra terzo e quarto trimestre 2020. Un –1,4% in controtendenza rispetto alla crescita sia del numero del totale delle imprese tra 2019 e 2020 che delle nuove società di capitali, che ha registrato nel frattempo un +0,11%.
«I dati in generale, nonostante una lieve flessione, dimostrano che ormai le startup innovative rappresentano un vero e proprio sistema di business» conclude la manager dell’incubatore d’impresa del Galileo Visionary District «Un sistema con un numero significativo di occupati, fatturati crescenti e un indotto non più trascurabile. E anche se il Covid ha fatto subire a molte startup una battuta d’arresto, è vero pure che per molte altre il periodo ha permesso un’accelerazione importante. Penso ad esempio a tutte le nuove imprese che gravitano attorno al mondo dell’e-commerce o della digitalizzazione. Inoltre una struttura organizzativa tipicamente snella e una buona dose di inventiva hanno consentito ad alcune startup di rinnovare il proprio modello di business adattandosi ai cambiamenti contestuali». —
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