Stemmi nobiliari Il Comune prepara un’esposizione

Stemmi storici di famiglie nobili padovane esposti a palazzo Moroni. Come più volte evidenziato dal nostro giornale, il magazzino del Comune è pieno di opere non valorizzate e chiuse da anni negli...

Stemmi storici di famiglie nobili padovane esposti a palazzo Moroni. Come più volte evidenziato dal nostro giornale, il magazzino del Comune è pieno di opere non valorizzate e chiuse da anni negli scantinati dei Musei civici. Tra queste, 200 quadri che risalgono al periodo tra l‘800 e il ‘900, ma anche stemmi di importanti famiglie padovane.

Alcuni di questi sono stati recuperati e verranno esposti prossimamente, dopo un periodo di manutenzione, al piano terra di palazzo Moroni. Ci sarà lo stemma della famiglia Priuli, risalente al XVI secolo, che vale circa 10mila euro, quello della famiglia Donà, stesso periodo e stesso valore. Verrà esposto anche lo stemma di Padova, realizzato tra il 1537 e il 1539 (valore 10mila euro). Il più “caro” è il frammento di leone marciano, risalente al 1517e realizzato in pietra d’Istria, che ha una stima assicurativa di 30mila euro.

In tutto saranno sei quelli esposti. Oltre a quello già citati, anche lo stemma della famiglia Falier e quello della famiglia Venier. Dei 200 quadri chiusi negli scantinati invece ancora non c’è traccia. L’assessore alla Cultura Flavio Rodeghiero ha ordinato la loro catalogazione, in modo da poterne intendere il valore reale.

I quadri giacenti in magazzino sono per lo più frutto di donazioni fatte nel tempo al comune, da parte di autori che hanno esposto o di privati che hanno voluto regalarle all’ente pubblico. Donazioni che non sono state mai valorizzate. Tra gli altri autori: Paoletti per l’Ottocento, Casorati e Oppi per il Novecento. Ma la lista è lunghissima. E non ci sono solo quadri e manufatti lapidei. C’è anche un patrimonio di piccole sculture provenienti da diverse esposizioni.

L’idea di Rodeghiero sembra andare nella direzione del primo piano dello Zuckermann, traslocando gli impiegati, oppure utilizzare una delle nuove palazzine nell’ambito museale e teoricamente destinate alla didattica.

(l.p.)

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