Straordinari falsi, condannato
Era finito sul banco degli imputati con l’accusa di tentata truffa per aver cercato di falsificare gli straordinari. Il giudice Elena Lazzarin ha condannato a 10 mesi di reclusione e al pagamento di una multa Paolo Libero, 51enne di Due Carrare, già caposala del reparto di Medicina generale nell'Azienda ospedaliera di Padova (a difenderlo il penalista Piero Someda). Il pubblico ministero Francesco Tonon aveva sollecitato la pena di un anno e quattro mesi, oltre alla multa. L’indagine a carico di Libero aveva preso il via in seguito a una denuncia trasmessa in procura dall'Azienda ospedaliera dopo una segnalazione. Era stato scoperto che l’allora caposala – demansionato al semplice ruolo di infermiere, non più con compiti di coordinamento, dal 2 novembre 2012 – aveva predisposto un modulo, datato 16 agosto 2012, con la firma (falsificata) della professoressa Giovannella Baggio che dirige il reparto. In quel modulo Libero aveva indicato di aver preso servizio alle 8 di mattina mentre, in realtà, il suo ingresso in ospedale sarebbe avvenuto non prima delle ore 14.35. Il risultato? Libero aveva incassato alcune ore di straordinario mai svolte: un ingiusto profitto, secondo la norma di legge, con un danno per l'ente pubblico. Durante il processo un medico del reparto (una dottoressa) aveva raccontato che la mattina del 16 agosto, invano, aveva cercato il caposala. Un caposala introvabile fino alle ore 16. Tuttavia un collega e un conoscente dell’uomo (quest’ultimo aveva sostenuto di essere entrato in reparto sempre quel giorno)avevano testimoniato a favore dell'imputato, insistendo sulla sua presenza. Alla fine del processo il pm Tonon ha ottenuto la trasmissione degli atti al suo ufficio, ipotizzando il reato di falsa testimonianza a carico dei due testi. Libero, che nel 1997 aveva patteggiato per una truffa, si era sempre difeso ammettendo la firma fasulla, specificando tuttavia di aver svolto le ore straordinarie. (cri.gen.)
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