Strappa la collanina al 16enne e gli spruzza lo spray al peperoncino

L’episodio è avvenuto la scorsa settimana, intorno alle 13 dietro corso Milano a Padova. Il giovane stava tornando dalla palestra

Paolo Gallerani
Via del Livello, l’area in cui è avvenuto lo scippo
Via del Livello, l’area in cui è avvenuto lo scippo

È avvenuto in centro, alla luce de sole, in pieno giorno lo scippo che ha visto come vittima un sedicenne padovano. Carlo (nome di fantasia per tutelare la minore età della vittima) stava tornando a casa con la bicicletta dopo la palestra, poco prima delle 13 di mercoledì scorso. Dopo aver depositato la due ruote nel garage di famiglia in via San Pietro, è stato avvicinato poco distante da lì (tra via San Pietro e via del Livello, dietro Corso Milano), da un ventenne straniero.

Il più grande l’ha fermato per chiedergli un’informazione, con fare amichevole. Ha chiesto: «Sei albanese o italiano?», poi altre questioni come «abiti qua vicino? Con quelle prime domande che mi ha posto sembrava mi volesse chiedere indicazioni su un posto qui vicino – ha raccontato poi il tredicenne frastornato e provato dalla disavventura –; mi pareva comunque avesse buone intenzioni».

Mentre Carlo provava di capire cosa effettivamente quel giovane volesse, l’estraneo ha allungato repentinamente la mano verso il suo collo e gli ha strappato violentemente la collanina in oro. Contemporaneamente gli ha spruzzato sul viso dello spray al peperoncino. «È stata una cosa molto rapida - ha spiegato il giovane ai familiari - non ho più visto niente, mi bruciavano tantissimo gli occhi, il volto e la parte superiore del corpo».

Rientrato in casa è stato soccorso dai suoi famigliari che sono intervenuti per alleviare il forte bruciore. Il sedicenne, abituato dalla famiglia d’origine a rispondere in modo educato, gentile e disponibile con chiunque, ha espresso tutta la sua amarezza e delusione nell’essersi sentito preso in giro da un altro giovane poco più grande di lui.

«Carlo non ha continuato sulla sua strada ma si è fermato ad ascoltare che cosa avesse bisogno l’altro ragazzo, come poteva essergli d’aiuto – aggiunge la mamma della vittima –. L’assalitore ha aspettato che Carlo fosse a piedi per poter scappare velocemente una volta avuta la refurtiva. Quelle domande che il delinquente gli ha posto erano solo una scusa per fermalo. A pesare di più a mio figlio è stato il sentirsi tradito. Ho dei dubbi che Carlo avrà la stessa disponibilità con la prossima persona sconosciuta che si approccerà a lui».

Le forze dell’ordine, avvertite poco dopo il fatto, stanno indagando. Gli inquirenti ipotizzano che il ragazzo sia stato seguito dallo scippatore e non ci sono testimoni dell’aggressione. La famiglia ha denunciato l’accaduto in questura a Padova.

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