Strattonato da un’insegnante e cacciato dalla scuola materna

Il piccolo di Mestrino si era rintanato sotto uno scivolo e la maestra lo aveva tirato fuori a forza Ieri è tornato all’asilo con il papà, ma è stato lasciato fuori: «I genitori lo hanno ritirato»
TAFFARELLI - FOTOPIRAN - MESTRINO - NUOVO DIVIETO DI SOSTA VIA IV NOVEMBRE
TAFFARELLI - FOTOPIRAN - MESTRINO - NUOVO DIVIETO DI SOSTA VIA IV NOVEMBRE
MESTRINO. Un bimbo è stato cacciato dalla scuola materna che frequenta a Mestrino. Mandato via ieri mattina, alle otto e mezzo, quando era arrivato accompagnato dal papà dopo alcuni giorni di assenza, in seguito a un episodio mai chiarito totalmente: un paio di settimane fa era tornato a casa con dei lividi su un braccio, che gli sarebbero stati inflitti dall’insegnante di motoria, nel tentativo di tirarlo fuori da sotto lo scivolo in cui si era rintanato.


Si suppone che le cose siano andate così, in quanto per quindici giorni la scuola non ha fornito spiegazioni ai genitori, che più volte hanno cercato un dialogo con le insegnanti e la coordinatrice, senza mai trovarlo.


Decisi allora a fare chiarezza prima di far riprendere la scuola al piccolo, ieri mattina, pur avendo concordato il suo rientro, si sono ritrovati la porta chiusa in faccia. La scuola asserisce che i genitori avessero manifestato la volontà di ritirare il bimbo da scuola: la famiglia nega, in quanto, se questa fosse stata la reale decisione, ieri non si sarebbero presentati con il piccolo.


Oggi i genitori sono intenzionati a tentare di riportarlo a scuola, mentre l’assessore all’Istruzione comunale intende chiedere chiarimenti ufficiali.


«Chiedevo solo delle spiegazioni», racconta la mamma del piccolo, «mi sono ritrovata con il bimbo a casa, allontanato dai suoi amici e con il problema di dove iscriverlo adesso, ad anno scolastico già avviato. Senza contare l’umiliazione subita da mio figlio, che si è visto chiudere la porta in faccia e cacciare da scuola per un motivo che lui non comprende».


Il piccolo è un bimbo vivace e due settimane fa si era allontanato dall’insegnante di motoria, per rintanarsi sotto a uno scivolo. Nell’afferrarlo per farlo uscire, la maestra gli avrebbe stretto il braccino, fino a causargli dei lividi. «La storia me l’ha un po’ raccontata lui», prosegue la mamma, «ma quando ho cercato di parlarne con le insegnanti, mi sono trovata davanti un muro. I numerosi tentativi di parlare con loro sono stati respinti, persino il giorno in cui avevamo finalmente fissato un colloquio sono stata invitata ad allontanarmi. Ho quindi tenuto il piccolo a casa, scrivendo una mail al mistero dell’Istruzione e una alla scuola per riavere almeno i vestiti chiusi nell’armadietto per lavarli». Mail che la scuola ha giudicato come il ritiro del figlio.


«Siamo quindi stati contattati dal parroco, direttore della scuola», aggiunge il padre del bimbo, «con cui abbiamo concordato il ritorno di mio figlio in classe per ieri mattina, seguito da un colloquio chiarificatore. Ma al nostro arrivo, ci hanno consegnato i suoi lavoretti, hanno chiuso la porta in faccia a mio figlio e ci hanno invitato ad andarcene».


La scuola, dal canto suo, non vuole entrare nel merito della vicenda per tutelare il piccolo e perché, come riferisce la coordinatrice, «non sono cose che debbano essere risolte sui giornali. Abbiamo interpretato la mail dei genitori come il ritiro del bimbo dalla nostra scuola». Situazione ingarbugliata, di cui a farne le spese è il bambino.


«Attendo una relazione dai genitori», annuncia l’assessore all’Istruzione, Salvatrice Albanese, «e chiederò spiegazione scritta alla scuola. In nessun caso può andare leso il diritto dei bambini all’istruzione».


©RIPRODUZIONE RISERVATA


Argomenti:scuola

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova