Strumenti e meccanica, l’hi-tech si fa impresa

Aziende padovane in orbita: dalla Cinel di Albignasego alla carpenteria Mescalchin partner del Cisas
Sono padovane il 40% delle imprese venete che hanno collaborato con il Cisas alla realizzazione degli strumenti d’indagine del cosmo progettati nelle aule e nei laboratori dell’Università. Aziende come Cinel Strumenti Scientifici, spin off universitario nata negli anni ’70 dalla scelta di due tecnici dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di uscire dall’ambiente universitario per lavorare alla realizzazione degli strumenti che l’ente di ricerca necessitava per i suoi esperimenti. Ma ci sono anche piccole aziende della meccanica di precisione e della lavorazione dei metalli che operano sul mercato nazionale ed estero ritagliandosi uno spazio di collaborazione con il Bo.


Aziende come la Meccanica Rosa di Casale di Scodosia, la Dsg Srl di San Giorgio in Bosco che si occupa di torniture e la Mescalchin Luciano Carpenterie Metallica di Campodarsego. Realtà che, se supportate come accade in altri paesi europei come Germania, Gran Bretagna e Olanda, potrebbero diventare punto di riferimento tecnologico per un intero settore, per altro già ricco di competenze e capacità d’innovazione. «Fin dalla sua nascita Cinel strumenti scientifici è partner tecnologico dell’Infn» spiega Giuseppe Lamanna, fisico e ricercatore dello stesso istituto fino al 2004 quando ha scelto di diventare responsabile dell’area test della Pmi di Vigonza. «Ma le imprese del territorio non possono sfruttare ancora quel rapporto biunivoco con l’Università che si vede invece in altri paesi del mondo. Ed è un peccato perché tenere a più stretto contatto la ricerca pura con quella applicata che possono fare le imprese da una parte permette alla ricerca di trasformare la teoria in esperimenti tecnologici e dall’altra è un volano formidabile di sviluppo tecnologico del territorio».


E se alcuni sforzi in questo senso si stanno vedendo, l’impulso alla crescita di questo segmento potrebbe essere più incisivo con programmi e strumenti legislativi in grado di riconoscere a chi collabora allo sviluppo tecnologico e scientifico del Paese vantaggi fiscali e incentivi economici. «È inutile non riconoscere che le grandi imprese tecnologiche del mondo nascono tutte o quasi da un forte impulso del settore pubblico e spesso in ambito militare» conclude Lamanna. «Ben vengano dunque progetti, anche civili, in grado di fare collaborare centri di ricerca ed aziende».
(r.s.)


Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova