Sub incagliato nelle ricerche di Isabella: muore in ospedale poco dopo mezzanotte

L’uomo è rimasto incastrato sotto le chiuse mentre stava perlustrando il Brenta. Malore per l’ex marito di Isabella
PUCCI - FOTO PIRAN - VIGONOVO - INCIDENTE POLIZIOTTO SUB
PUCCI - FOTO PIRAN - VIGONOVO - INCIDENTE POLIZIOTTO SUB

PADOVA. Si è trasformata in una tragedia nella tragedia la giornata di ricerche del corpo di Isabella Noventa, la segretaria di Albignasego di 55 anni per la cui morte sono finiti in carcere - con l’accusa di omicidio premeditato - Freddy Sorgato, la sorella Debora Sorgato e la tabaccaia Manuela Cacco.

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Rosario Sanarico

Un sommozzatore della polizia in forza al gruppo di La Spezia, Rosario Sanarico di 52 anni, impegnato nelle ricerche sulle acque del Brenta, è rimasto incastrato per più di un’ora sotto alle chiuse di Stra e alle 22 è stato dichiarato cerebralmente morto. Alle 0.30 il decesso. "Nonostante gli sforzi dell'equipe medica del professor Sabino Iliceto, l'ispettore superiore Rosario Sanarico si è spento tra le braccia della moglie Antonella e dei figli Alessio e Annavera, con il conforto del cappellano della Polizia di Stato, don Ulisse Zaggia" si legge in una nota della questura di Padova.

Nella mattina di sabato sono arrivati in ospedale a Padova alcuni colleghi del poliziotto morto, tra cui Andrea Poli, compagno di immersioni: "Aveva una grande esperienza subacquea", ha spiegato.

Nel pomeriggio è atteso a Padova il capo della polizia, Alessandro Pansa.

Il questore Bernabei: "Lo Stato piange un suo grande eroe"

L’uomo, ispettore superiore e sommozzatore esperto, era stato portato all’ospedale di Padova. È andato in arresto cardiaco, presumibilmente da annegamento. È andato in ipotermia e ha perso i sensi. Le sue condizioni sono apparse disperate, ed è stato tenuto in vita dalle macchine.

Erano da poco passate le 17, le ricerche stavano ormai giungendo al termine, quando il subacqueo si è incastrato proprio sotto le chiuse del fiume. I poliziotti a bordo del gommone, che tenevano la corda di sicurezza a cui era legato il sub, sentivano la fune tirare, come se fosse bloccata da qualcosa, e non riuscivano ad avanzare. Immediatamente si sono resi conto della gravità della situazione. Dopo aver tirato più e più volte la corda invano, un secondo sommozzatore della polizia ha deciso di scendere in acqua per cercare di liberare il collega. Ma niente da fare. Nel frattempo sulle rive del Brenta sono confluite decine di persone, che durante tutto lo svolgersi delle operazioni sono rimaste a guardare e a sperare per il povero sub. Nel giro di una decina di minuti sul posto sono arrivati anche i sommozzatori dei vigili del fuoco e alla fine uno di questi, calatosi in acqua, è riuscito a trascinare fuori il subacqueo di La Spezia. L’uomo riemerso dopo quasi un’ora era già in condizioni disperate. I sanitari del Suem, arrivati con ambulanza e auto medica, gli hanno praticato il massaggio cardiaco con l’aiuto del defibrillatore per oltre 40 minuti, prima di trasportarlo all’ospedale di Padova, dove è stato sottoposto a Ecmo (ossigenazione extracorporea a membrana), in pratica un macchinario utilizzato nei casi di insufficienza cardiaca e respiratoria acuta grave. Sull’argine a seguire le operazioni oltre al capo della Squadra Mobile di Padova, Giorgio Di Munno, c’erano anche il capo della Mobile di Venezia, Angela Lauretta, e il questore, sempre di Venezia, Angelo Sanna.

Freddy e Manuela l’intera notte insieme

In ospedale poi è arrivato anche il questore di Padova Gianfranco Bernabei. Intanto proprio nel preciso momento in cui si consumava il dramma del sub della polizia, dall’altro lato del ponte di Marziano, l’ex marito di Isabella, Piero Gasparini, è stato colto da un malore. «Eravamo appoggiati sul parapetto del ponte, quando mi ha detto che gli tremavano le gambe e che si sentiva mancare», racconta Paolo Noventa, che ha soccorso l’ex cognato stendendolo a terra e attendendo l’arrivo del 118. Piero è stato caricato in ambulanza e sottoposto alle cure del caso. «Era stanco e molto provato, come me d’altronde, non aveva neppure dormito la notte», continua il fratello di Isabella «Mi dice che gli vengono tanti sensi di colpa per essersi separato da mia sorella. Ripete che se fosse stata ancora con lui non sarebbe finita nelle mani di quel delinquente».

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