Sul fondo del Bacchiglione una bomba chimica

La scoperta dell’ordigno durante i lavori di rinforzo degli argini a Tencarola. Il sindaco preoccupato: «Disinnesco pericoloso, dovremo evacuare i residenti»

SELVAZZANO. Una minaccia che giace sepolta nel fondo del fiume Bacchiglione, proprio di fronte alla facciata della chiesa di Tencarola, a due passi dal ponte che unisce la popolosa località con il resto del territorio comunale. Due bombe d’aereo della seconda guerra mondiale, una “convenzionale” da 450 chilogrammi e un’altra più piccola, di soli 50 chili, ma sicuramente più inquietante essendo, con tutta probabilità, una testata chimica. La scoperta delle due bombe è stata fatta in occasione dei lavori di sondaggio prima dell’apertura del cantiere del secondo stralcio delle opere di sistemazione e rinforzo degli argini, finanziate dalla Regione.

Preoccupazione viene espressa dal primo cittadino, Enoch Soranzo, specialmente per quanto riguarda la tempistica e i rischi legati alle operazioni di disinnesco dei pericolosi ordigni. «Ho sollecitato la Prefettura e il Genio civile», esordisce il sindaco «in quanto dopo tre sondaggi effettuati dagli incursori della Marina Militare ad oggi non abbiamo ancora chiara la visione delle modalità dell’evacuazione della popolazione e il raggio d’azione previsto in questi casi». Il sospetto che uno dei due ordigni possa contenere componenti chimici gli incursori lo hanno avuto subito perché quel modello, di piccole dimensioni, è tipico delle bombe chimiche.

Il primo intervento da parte dei sommozzatori è stato effettuato in primavera e l’ultimo a metà settembre. In tutte e tre le occasioni, comunque, non è stato possibile vedere chiaramente gli ordigni a causa delle acque troppo limacciose. d «Spiace solamente non aver risolto questa questione durante il periodo estivo» continua il primo cittadino «ora ci troveremo ad affrontare il problema in pieno clima lavorativo. Nel frattempo il cantiere rimane inattivo e, molto probabilmente, vedremo terminato prima l’altro appalto, quello relativo al tratto vicino al ponte di Selvazzano capoluogo, per il quale tra dicembre e febbraio prossimi sono previsti i nuovi finanziamenti».

Quello che angustia il sindaco è anche l’incertezza dei costi dell’operazione di disinnesco e di evacuazione della zona vicina agli argini. «Queste spese saranno quantificate dai tecnici nel corso del prossimo incontro» chiosa Soranzo «almeno è quello che spero avvenga al più presto. Tenere poi dei cantieri fermi non va bene, specialmente ora che dovremo procedere con il secondo stralcio sull’argine sinistro, sia dalla parte davanti al sagrato che di fronte al nuovo parcheggio. E l’inverno è alle porte». Altro fattore che dovrà essere tenuto in evidenza è il rischio di nuove piene del Bacchiglione, che potrebbero indebolire ulteriormente gli argini.

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