Super budget al centro privato ma il Tar del Veneto lo azzera

Arriva la convenzione per il Centro medico radiologico San Bartolomeo con sede a Mestrino autorizzato alla diagnostica per immagine. E con un super budget da 350 mila euro per il 2019-2020. La decisione fa infuriare la vicina struttura Di Bello Studi Radiologici srl con sede a Rubano convenzionata per un budget di 137.414,62 euro riconosciuti per lo stesso biennio. Tanto da presentare ricorso al Tar contro la delibera della giunta veneta numero 1913 del 21 dicembre 2018. Ricorso vinto: il Tar del Veneto (terza sezione, presidente Claudio Rovis) annulla la delibera che aveva riconosciuto quel mega-budget (peraltro di ingresso al mondo delle convenzioni) perché, si legge nella sentenza, «la motivazione dell’assegnazione e l’istruttoria compiuta sono da ritenersi carenti». E ora? L’istruttoria dovrà ripartire daccapo. Ed essere rifatta.
Sanità convenzionata
Il sistema sanitario pubblico anche in Veneto – regione che in Italia vanta una delle migliori sanità – da solo non ce la fa a rispondere a tutte le richieste. Così per ridurre le liste d’attesa e colmare le inefficienze, si appoggia a imprese private che vengono convenzionate ovvero rimborsate con soldi dello Stato (tramite le Regioni). Non a fondo perduto ma sulla base di una quota votata dall’esecutivo regionale dopo un preciso iter amministrativo che prevede pareri e indicazioni (tra cui quelli del direttore generale dell’Usl nel cui territorio operano le strutture private candidate a ottenere la convenzione).
Un esempio: la Regione riconosce un budget di 100 mila euro a una struttura privata? Significa che, fino all’esaurimento di quella somma, l’impresa di sanità privata potrà erogare prestazioni come fosse una struttura pubblica. L’utente paga solo il ticket; il resto lo mette lo Stato (leggi la Regione).
Super budget
Lo studio Di Bello (avvocato Francesca Mazzonetto) aveva impugnato la delibera contestando sia l’accreditamento della ditta concorrente, sia l’attribuzione d’emblée di quel super budget. Due le lamentele: la Di Bello operava da 29 anni nella stessa zona, in più aveva chiesto inutilmente un aumento del budget per soddisfare le richieste tanto da investire in nuove apparecchiature. Il Centro San Bartolomeo (avvocato Bruno Barel) si è opposto, senza esito.
Il Tar ha spiegato che «a fronte del segnalato aumento di prestazioni di radiodiagnostica... nel medesimo distretto 2 dell’Usl 6, e a pochi chilometri di distanza dal nuovo centro accreditato (il San Bartolomeo), opera la Di Bello che è in grado di offrire prestazioni Tac e Risonanza Magnetica...». Pertanto la capacità della Di Bello «andava approfondita e valutata adeguatamente tenuto conto che la stessa aveva già segnalato nel 2016 di aver provveduto a un ammodernamento delle strutture e di essere interessata a un aumento del budget».
la strana correzione
Nella sentenza il Tar rileva che il direttore generale dell’Usl 6 il 30 novembre 2018 aveva proposto un budget di ingresso per il Centro San Bartolomeo di 100 mila euro... mentre una settimana dopo, con nota del 7 dicembre, “a completamento e parziale modifica di quanto comunicato e alla luce di ulteriori elementi relativi ai tempi di attesa...” ha proposto un budget di ingresso di 350 mila euro». —
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