Tagli al sociale, il monito delle associazioni «Dobbiamo morire per i nostri diritti?»

È stato dedicato a Raffaele Pennacchio (nella foto), il malato di Sla morto a Roma dopo un sit-in, il simposio svoltosi ieri sulle misure di contenimento della spesa sanitaria, con particolare riferimento proprio alla disabilità grave. «Dobbiamo morire per affermare i nostri diritti?», ha tuonato Lilia Manganaro, dell’Anffas. Nelle pieghe dei tagli ai servizi sanitari, rischia di rimanere schiacciata l’assistenza ai disabili gravi. L’assessore ai Servizi sociali del Veneto Remo Sernagiotto ha illustrato la logica che ha ispirato il Piano socio-sanitario, improntata alla razionalizzazione dei costi e alla vocazione territoriale dei servizi. Per l’assessore ai Servizi sociali Fabio Verlato, si potrebbe fare di più per la riqualificazione, mentre i tagli lineari hanno effetti deleteri non solo sul sistema sanitario. La sintesi è stata affidata a Paolo Paolucci, responsabile dell’unità operativa per disabili gravi di Brusegana: «È solo valorizzando le professionalità», ha detto, «che possiamo programmare una sanità meno costosa». (m.f.)
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