Taglio degli educatori al convitto Magarotto
Passano da 26 a 10 per volontà dell'Ufficio scolastico regionale

COLLEGIO MAGAROTTO. L’istituto in via Cardinal Callegari all’Arcella
ARCELLA.
Gli istitutori del Convitto Magarotto sono stati ridotti da 26 a 10. Questo in base alla rideterminazione dell'organico messo in atto dall'Ufficio Scolastico Regionale, guidato ancora per pochi mesi da Carmela Palumbo. Ma pure in seguito all'inchiesta della magistratura che sta indagando sui dati «gonfiati» presentati dal dirigente precedente nella primavera scorsa per quanto riguarda il numero dei convittori. Dopo tale operazione amministrativa, il rapporto educativo tra i 59 convittori e gli istitutori è diventato drammatico dal momento che nel convitto di via Cardinale Callegari, all'Arcella, vivono tutti ragazzi sordi, che si portano dietro problematiche ben specifiche. Sono giovani che in genere frequentano la ragioneria di via Cave a Brusegana e provengono da tutte le regioni d'Italia, in particolare dal Sud e, in alcuni casi, anche dall'estero. Tant'è che di notte, proprio in base alla rideterminazione dell'organico, i 59 studenti, suddivisi nella sezione maschile e femminile, vengono assistiti da un solo educatore. Una situazione che non può durare a lungo perché i sordi non hanno gli stessi bisogni dei normodotati. Mentre le indagini della procura della repubblica, affidate ai carabinieri, stanno andando avanti con una serie d'interrogatori delle persone coinvolte nei fatti segnalati alla magistratura con un esposto anonimo, gli istitutori, che, in fondo, sono i più penalizzati di tutta la vicenda, hanno dichiarato lo stato di agitazione, in stretta collaborazione con i sindacati presenti all'interno del collegio di San Carlo, ossia con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Snals. Anche perché, a questo punto, i supplenti, ossia i docenti assunti con incarico a tempo determinato, sono stati già licenziati, quelli che provenivano da fuori provincia sono stati rispediti negli istituti originari ed alcuni educatori sono stati spostati all'Educandato di Montagnana. Di fronte allo stato di agitazione, ieri mattina i sindacalisti del settore sono stati convocati in prefettura per il consueto tentativo di conciliazione prima di arrivare alla proclamazione dello sciopero dell'intero personale, ma la situazione generale rimane gravissima. «Se in questa storia c'è qualcuno che ha sbagliato ed ha gonfiato realmente i dati, deve pagare solo questa persona - sottolinea Manuela Mazzuccato, segretaria provinciale della Cisl-Scuola - Perché ci devono rimettere il posto così tanti istitutori e deve peggiorare drasticamente la qualità della vita in genere dei convittori all'interno del convitto? Invitiamo le istituzioni locali, in particolare l'amministrazione comunale e quella provinciale, a prestare la massima attenzione a quello che in queste settimane sta succedendo all'interno del convitto, prima che la situazione diventi ingovernabile». La situazione rimane quindi tesa: bisognerà ora attendere gli eventuali risvolti che emergeranno i prossimi giorni. (f.pad.)
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