Tavo, ospita profughi agriturismo cancellato

Tre mesi fa il presidente della Provincia ha revocato l’autorizzazione a El Fiò la proprietaria fa ricorso al Tar: non posso mandare sulla strada tredici persone
Di Cristina Salvato

VIGODARZERE. La Provincia di Padova ha revocato all'agriturismo El Fiò di Tavo di Vigodarzere l'autorizzazione ad esercitare, perché ospitava profughi e non turisti. La proprietaria Eugenia Veronese ha presentato un ricorso al Tar, che ha fissato l'udienza per il 6 aprile: venerdì il presidente della Provincia, Enoch Soranzo, ha firmato il decreto con cui l'ente si costituisce in giudizio per difendere il proprio operato davanti al giudice del Tribunale amministrativo regionale. Inizia tutto perché la Provincia il 7 novembre revoca all'El Fiò i requisiti per l'esercizio dell'attività agrituristica «per aver l'azienda alloggiato nei propri spazi profughi e migranti per la loro accoglienza e non per finalità di agriturismo» e il 14 l'unione Medio Brenta decreta l'immediata chiusura. Da anni la struttura ospita profughi tramite un accordo tra una cooperativa e la Prefettura.

Stanno lì, ospiti di Eugenia, che insegna loro l'italiano e molto di essi sono ben volenterosi di imparare un lavoro e di integrarsi. Nel frattempo alcuni ottengono il permesso di soggiorno e possono iniziare una nuova vita. Ma in attesa che la giustizia faccia il suo corso, che ne sarà appunto delle tredici persone ospitate da Eugenia? Tra loro, come racconta la titolare, c'è anche un ragazzino, giunto in Italia dalla Siria insieme al padre attraverso un corridoio umanitario: nel frattempo hanno ottenuto il permesso di soggiorno, pertanto sono usciti dallo status di "rifugiati" e sono quindi stranieri che possono legittimamente vivere nel suolo italiano. «Per ora continuo ad alloggiarli tutti privatamente, mica potevo metterli in mezzo a una strada» commenta Eugenia Veronese, che prosegue: «Il mio agriturismo ha ospitato provvisoriamente richiedenti asilo, fino a poco tempo fa in contemporanea a turisti, in sinergia con la Prefettura di Padova e, a suo tempo, anche con il Comune di Vigodarzere. Mi sorprende che, solo per questo motivo, la Provincia di Padova mi abbia revocato il riconoscimento ai fini dell'esercizio dell'attività agrituristica. La mia azienda ha impugnato tale revoca ritenendola da un lato ingiusta e illegittima per la violazione della normativa in tema di emergenza profughi e degli agriturismi, dall'altro discriminatoria rispetto alla posizione tenuta dalla Provincia nei confronti di altre analoghe strutture, che nel territorio svolgono il medesimo servizio e che non sono state sanzionate. Attendo serenamente la decisione del giudice».

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