«Temevo volessero rapire mia figlia», Onichini racconta perché ha sparato / FOTO

Il macellaio di Legnaro così ha spiegato al pm la sua reazione. Il legale: «Abbagliato dai fari, non ha visto il ladro e ha premuto il grilletto»
BELLUCO.SOPRALLUOGO PM E ONICHINI IN VILLA LEGNARO.Walter Onichini esce dalla villa
BELLUCO.SOPRALLUOGO PM E ONICHINI IN VILLA LEGNARO.Walter Onichini esce dalla villa

«Quando Walter ha sentito mettere in moto la sua auto» racconta l’avvocato Gregio, «si è affacciato al balcone impugnando il fucile. Si è trovato i fari puntati contro, anche perché il vialetto che conduce al garage, dove si trovava l’Audi S4, è leggermente in salita, quindi non vedeva quante persone c’erano a bordo. In quel momento si è sporto all’esterno e ha esploso un colpo in aria». La dinamica sarebbe suffragata dal fatto che una bora, ovvero la parte di proiettile che contiene i pallini, è stata rinvenuta dai carabinieri in mezzo alla strada: corrisponderebbe con la gittata del colpo esploso in aria. Ma c’è stato un secondo sparo, rivolto invece proprio contro l’auto. Dopo l’esplosione chi era al volante ha accelerato in retromarcia finendo anche contro la muretta: è in quel momento che nella testa di Walter si è materializzato l’incubo del rapimento della figlioletta. «Ha concluso che non potevano rischiare tanto per rubare la macchina, doveva esserci di più e istintivamente ha pensato alla bimba. E ha sparato contro l’auto, ben sapendo» sottolinea il difensore, «che il fucile caricato a pallini non avrebbe penetrato nè il vetro nè la carrozzeria». Come in effetti è stato: di pallini nell’abitacolo ne sono stati rinvenuti due o tre. La maggior parte ha centrato Elson Ndreca, il ventitreenne albanese rimasto ferito.

La corsa all’ospedale. Perché Walter Onichini avrebbe rischiato di caricarsi in auto il ladro moribondo, come ha poi fatto, invece di chiamare un’ambulanza? «Dopo aver sparato e aver visto il fuggi fuggi dei ladri» ricostruisce l’avvocato Gregio, «Walter è corso nella stanza della bimba e quando l’ha vista nel suo letto si è tranquillizzato. È sceso in cortile e solo in quel momento si è accorto del corpo a terra». Ndreca era steso sul selciato, semicosciente, con il corpo per metà dentro la proprietà di Onichini e l’altra metà sul marciapiede. «Si è reso conto che era ferito e ha subito pensato di portarlo all’ospedale, chiamare l’ambulanza avrebbe allungato i tempi dei soccorsi» riporta il legale, «ha caricato il ragazzo in auto ed è partito. Ha scelto la strada verso Saonara e non quella più diretta verso la Piovese perché è quella che percorre dieci volte al giorno per lavoro, è stato un automatismo per Walter».

Le minacce del ladro. Onichini ha percorso circa due chilometri con il ferito caricato sul lato del passeggero. In via Ferrarin a Saonara Ndreca ha estratto un cacciavite dalla tasca e l’ha puntato tra la gola e l’orecchio del trentaduenne ordinandogli di farlo scendere: «Ha parlato in italiano», precisa l’avvocato, «ripetendo due o tre volte “fammi scendere” e così è stato».

Un uomo distrutto. Walter Onichini è tornato a casa dalla compagna Sara Scolaro e dalla loro bimba. Quasi contemporaneamente sono arrivati i carabinieri. «È distrutto», dice il difensore, «continua a chiedere come sta il ferito, ripete che non voleva fare del male a nessuno, ma che ha solo pensato alla sua famiglia. Ora spera solo di poter almeno tornare al lavoro».

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