Terme, lavorerà solo un albergo su tre: «A questo punto è meglio chiudere»

Niente viaggi e divieto di cenone a Capodanno, Federalberghi di Abano e Montegrotto: «Si perderanno 30 milioni»
BELLUCO-FOTOPIRAN-MONTEGROTTO-
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ABANO TERME. Un salasso da almeno 30 milioni di euro di perdita per gli albergatori delle terme di Abano e Montegrotto. È la stima del “costo” del decreto del governo per il periodo natalizio. Restrizioni e misure che porteranno molti hotel a decidere di rimanere chiusi durante le festività di Natale e Capodanno, nonostante le tante speranze palesate fino a qualche giorno fa. Speranze naufragate già mercoledì dopo le prime indiscrezioni sul nuovo Dpcm e confermate poi ieri sera dal premier Conte.

Aperto solo un albergo su tre

«A queste condizioni – esordisce il direttore di Federalberghi Terme Abano Montegrotto, Marco Gottardo – se non saranno riviste nei prossimi giorni, è chiaro che se la prospettiva era di vedere aperto circa il 50% degli alberghi, si scenderà certamente attorno al 25-30%. Si tratta di eroi, che lo fanno davvero per il bene del territorio e per onor di firma, perché a livello economico e di presenze sarà un disastro».

La prima puntualizzazione di Federalberghi riguarda anzitutto le misure restrittive sugli spostamenti. La chiusura dei confini nazionali e regionali durante le festività e quelle addirittura tra comuni nei giorni del 25-26 dicembre e 1 gennaio, mettono di fatto ko una fetta importante di potenziali turisti: «Non si potrà fare il check-in nei giorni di chiusura dei confini comunali – annota Gottardo – Questo è un problema non da poco, che costringerà i potenziali clienti ad arrivare almeno il giorno prima e partire un giorno dopo volesse scegliere le nostre terme per le cure fangoterapiche e le inalazioni, dato che i nostri hotel sono presidi sanitari riconosciuti».

Niente cenone se non in camera

Un altro aspetto che penalizzerà pressoché totalmente le strutture ricettive sarà il divieto di servire la cena dopo le 18 nel giorno di Capodanno nelle sale ristorante degli hotel. Sarà ammesso solamente il servizio in camera. «È una follia – sbotta il direttore di Federalberghi – Non si capisce perché durante gli altri giorni si possa pranzare o cenare in sala e a Capodanno no. Se le sale rispettano tutti gli standard di sicurezza, con il relativo distanziamento tra i tavoli. Ed è chiaro che gli albergatori non organizzeranno feste con balli, trenini, ma eventualmente solamente un intrattenimento musicale di sottofondo con i clienti che rimarranno seduti al loro posto».

«È mancato in questo caso totalmente il buonsenso – aggiunge ancora Gottardo – L’albergo, soprattutto quello termale dati i vari protocolli rigidissimi che ci siamo dati, è una vera e propria bolla di sicurezza e non è un locale, tanto meno da ballo. Restiamo basiti». Difficile sostenere il servizio in camera sia dal punto di vista della forza lavoro, che dei costi: «Un conto è portare la cena a una decina di clienti, un altro è a tutti – spiega – Servirà più personale e quindi i costi saranno nettamente maggiori sia per l’albergatore, ma di conseguenza anche per il cliente che rischia di vedersi addebitare sul conto il servizio di cena in camera. In più, se gli hotel più importanti hanno stanze di una certa grandezza, quelli di categoria inferiore hanno camere ben più piccoli, con spazi limitati, dove è difficile pensare riuscire a ritagliare lo spazio per un tavolo e due sedie per la cena di Capodanno. A queste condizioni è meglio tenere chiuso». —

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