«Terreno impregnato ma soccorsi immediati»
MONSELICE. Ad allertare per primo i vigili del fuoco mercoledì sera, insospettito dal forte odore di gasolio che aleggiava nell’aria, è stato Fabio Turrin, che risiede in via Vanzo 11, proprio di fianco al canale Desturo. «I vigili del fuoco, dopo la mia chiamata», racconta, «hanno avvisato l'Arpav che mi ha contattato, allertando poi i vigili urbani. Da lì i vigili hanno avvisato la Protezione civile». I volontari, insieme ai carabinieri, sono riusciti a individuare dov’era la falla, intuendo fin dall’inizio l’entità grave del danno. «La compagnia proprietaria dell’oleodotto che passa per Monselice», spiega Giuseppe Rangon, responsabile della Protezione civile, «ha interrotto il pompaggio da Marghera. A quel punto abbiamo buttato giù i “salsicciotti” di materiale assorbente per bloccare lo scorrere del gasolio sulla superficie dell'acqua verso valle e sono state alzate le paratie. Il terreno impregnato, intorno al buco, è all’incirca di duecento metri quadrati. È stato talmente importante attivare in poche decine di minuti il sistema di emergenza e vigilanza: questo ha permesso di limitare l’espansione dell’area inquinata».
Assieme a Rangon e ai volontari della Protezione civile è arrivato intorno alle 22 dell’altra sera anche il sindaco Francesco Lunghi, che, oltre ad assistere alle operazioni di messa in sicurezza, ha aperto ufficialmente un Centro operativo, che si è riunito ieri mattina in municipio a Monselice. Episodi come questi non sono rari: in altre situazioni è emerse l’attività di vere e proprie organizzazioni capaci di rubare in una sola volta migliaia di litri di carburante. Il dilettantismo con cui hanno operato i malviventi dell’altra sera ha dato vita a un vero e proprio disastro ambientale. Il bilancio poteva essere anche peggiore. In quella condotta, in alternanza al gasolio, passa anche la benzina.
Camilla Bottin
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