Tessuti umani in laboratorio adatti per essere trapiantati

Una nuova tecnica per far crescere tessuti umani a partire da cellule staminali, adatti all’impianto nel corpo umano. Parliamo di pelle (epitelio) ma anche cartilagini, ossa e tessuti molli che possono essere riprodotti in laboratorio e, potenzialmente, trapiantati. La scoperta si deve a un gruppo internazionale di ricercatori, guidati dal professor Nicola Elvassore dell’Università di Padova e Istituto veneto di Medicina molecolare, e dal collega Paolo De Coppi (Great Ormond Street Institute of Child Health dell’University College di Londra) ed è stata recentemente pubblicata su “Nature Communications”.
In passato erano stati tentati numerosi esperimenti simili, con l’utilizzo di un particolare gel in cui “coltivare” organoidi, strutture generate in laboratorio a partire da cellule staminali, che si auto-organizzano, conferendo forma e funzione al tessuto. Il problema è che, nonostante gli organoidi presentino notevoli potenzialità nella sostituzione e nella riparazione di un tessuto danneggiato o malato, i gel attualmente utilizzati per coltivarli si sono sempre dimostrati non idonei per l’uso nei pazienti. Un ostacolo ora superato grazie a un nuovo gel, sviluppato a partire da un tessuto intestinale di maiale che permette di ottenere organoidi potenzialmente adatti per l’uso nel trattamento umano. Lo studio ha permesso, inoltre, di accrescere la conoscenza per sviluppare una gamma più ampia di organoidi adatti all’uso nei pazienti. «L’idrogel Ecm» spiega il professor Elvassore, «fornisce lo stesso livello di supporto alle cellule staminali nella coltura dell’organoide dei gel sintetici, ma può essere ottenuto in modo standardizzato e controllato, permettendone l’utilizzo in un ambiente clinico». «C’è un enorme potenziale» aggiunge il professor De Coppi, «negli organoidi a beneficio del settore della medicina rigenerativa. I risultati che abbiamo ottenuto aprono importanti prospettive all’utilizzo di tessuti ottenuti a partire da cellule staminali per il trattamento dei pazienti in condizioni cliniche diverse». —
Silvia Quaranta
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