“Teste di cuoio” a Padova con mitra e spray urticante

La volante della polizia francese che indietreggia in retromarcia mentre gli attentatori di Charlie Hebdo scaricano il loro kalashnikov su cofano e parabrezza. Immagini indelebili, che hanno colpito profondamente i poliziotti che ogni giorno prestano servizio sulla strada ma anche i dirigenti del Dipartimento centrale della Polizia di Stato. Quelle immagini hanno ispirato il capo della Polizia per la creazione di una “Unità Operativa Antiterrorismo”. Alcune Questure italiane, quelle che secondo l’intelligence hanno sede nei territori ritenuti più a rischio per la possibilità di essere oggetto di azioni terroristiche, si sono dotate di una unità di intervento rapido. Padova è tra le città prese in esame a livello nazionale, dopo le relazioni fatte dai servizi segreti e dagli analisti del Viminale. Ieri mattina in Questura è stata presentata la nuova squadra.
Nuovo equipaggiamento
Il personale è stato scelto tra gli appartenenti al Reparto mobile, Reparto Prevenzione Crimine, Squadra volante e Stradale. I poliziotti selezionati hanno superato le selezioni psico-fisiche e attitudinali di fronte a una commissione composta anche da alcuni selezionatori dei Nocs. Per tre settimane sono stati allenati a Spinaceto e Nettuno. L’addestramento è stato concentrato principalmente sul tiro (si parla di circa 2 mila colpi a settimana) e sulle tecniche di ingresso negli stabili. Sono stati equipaggiati con le Heckler & Koch MP5 (mitragliatrice conosciuta per precisione e affidabilità), giubbotto anti proiettile, elmetto in kevlar e spray al peperoncino. Le squadre saranno composte da quattro operatori che presteranno servizio dalle 8 alle 14 e dalle 14 alle 20. Oltre alla funzione antiterrorismo, dovranno entrare in gioco in interventi di particolare entità come rapine, sequestri oppure affiancare Squadra mobile e Digos in perquisizioni considerate ad alto rischio.
Obiettivi sensibili
Milano è stata la prima città a dorarsi delle nuove pattuglie anche per la presenza di Expo, poi sono arrivate a Roma, Torino, Napoli, Firenze e Padova. Se il parametro di scelta è quello del rischio di un attacco terroristico, la nostra città è tra le prime a livello nazionale. Del resto, la comunità islamica padovana è una tra le più numerose in tutto il Nord Italia. In questo contesto è stata tracciata una mappa con una decina di obiettivi sensibili: un percorso che le nuove pattuglie dovranno presidiare quotidianamente, da mattina a sera. Chiaramente c’è la Basilica del Santo meta per fedeli da tutto il mondo ma c’è anche Santa Giustina. Poi ci sono il Ghetto, la Sinagoga, il cimitero ebraico e anche la Cappella degli Scrovegni. I siti sono stati individuati in sede di tavolo tecnico provinciale (vi partecipano prefetto, carabinieri, polizia e guardia di finanza) sulla base delle informazioni raccolte dalle fonti di intelligence. Fondamentalmente sono sorvegliati speciali i luoghi di culto e luoghi di forte attrazione turistica: quelli che possono in qualche modo costituire un simbolo da colpire. Un servizio di vigilanza viene già svolto dalle pattuglie dei militari dell’Esercito, l’arrivo del nuovo reparto speciale della Polizia di Stato non farà che aumentare la reattività dell’apparato di sicurezza in caso di necessità.
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