“The Grand Hotel Budapest”, Berlino apre con Wes Anderson

BERLINO. Non poteva aprire meglio il 64° Festival di Berlino, se non con il tocco visionario e colorato di Wes Anderson che in “The Grand Budapest Hotel”, nelle sale italiane dal 10 aprile, mette in scena una tragicommedia piena di barocche e ingombranti individualità, tutti personaggi pieni di doppie e triple anime.
Il film in corsa per l’Orso d’Oro è ambientato negli anni Venti in un luogo involontariamente teatrale come può essere solo un foyer d’hotel. Qui maestro di cerimonie e allo stesso tempo capocomico è il leggendario concierge Monsieur Gustave (Ralph Fiennes). È lui il silenzioso e sorridente direttore capace di rendere felice qualsiasi cliente. Il film girato in Germania, a Gorlitz, cittadina ai confini con la Polonia, nasce ispirandosi ai racconti di Stefan Zweig ma anche Lubitsch, Bill Wilder e Kubrick. Il regista voleva far rivivere quell’atmosfera tra le due guerre in un posto che potesse somigliare a un paese dell’Est. Wes Anderson, regista americano classe 1969, era già stato in competizione alla Berlinale nel 2002 con “The Royal Tenenbaums” e poi nel 2005 con “The Life Acquatic”.
A questo Festival, grande assente è il cinema italiano.
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