Torreglia, una comunità intera venera la “Madonnina”. Resta il giallo sulla scomparsa dell’originale

Il quadro dipinto nei Colli Euganei dal Ferruzzi è appeso in tutti i balconi in un borgo della Valdisangro per la processione mariana

TORREGLIA.  Anche se dell’opera originale (un quadro olio su tela di modeste dimensioni) da anni si sono perse le tracce, la “Madonnina del Ferruzzi”, il ritratto “religioso” più riprodotto al mondo, torna a far parlare di sé grazie al ceramista di Torreglia, Elia Ravenna.

Durante una recente vacanza in Abruzzo ha fatto una scoperta singolare. Il ritratto che raffigura una contadinella di 15 anni con in braccio un bimbo di pochi mesi, realizzato da Roberto Ferruzzi verso la fine del 1800 a Villa Isabella di Luvigliano, viene venerato ogni anno in agosto in occasione della processione della Madonna in Basilica nel borgo di Villa Santa Maria, nella comunità montana di Valdisangro (Chieti).

IL RACCONTO

«Una quindicina di giorni fa mi trovavo in Abruzzo ospite di parenti quando il giorno molto atteso della processione da una chiesa di fondovalle alla parte alta del paese, ho visto stendardi raffiguranti la Madonnina del Ferruzzi esposti su tutti i balconi del borgo», racconta Ravenna.

«Mi sembrava di essere a Luvigliano, la cosa mi ha sorpreso e incuriosito tanto ho chiesto ai residenti il perché di questa devozione. Mi è stato spiegato che una decina di anni fa, il parroco padre Giuseppe Lucarelli escogitò un’idea originale e per avere un’unica immagine della Madonna, il più possibile neutra, fece stampare centinaia di vessilli in tela cerata e prese come soggetto la Madonnina del Ferruzzi. Nessuno in questo borgo di poco più di mille abitanti, chiamato dei cuochi, noto in tutta Italia per la presenza della scuola di cucina più famosa al mondo, sapeva la storia della Madonnina. Ho dovuto spiegare la provenienza anche ai preti che sono rimasti sorpresi del fatto che le intenzioni del pittore non erano quelle di raffigurare la Vergine». Roberto Ferruzzi, pittore originario di Sebenico da genitori italiani, dal 1895 al 1934 abitò a Villa Isabella, sotto Villa dei Vescovi, a Luvigliano, dove realizzò il famoso dipinto.

iL RITRATTO

A ispirarlo fu una quindicenne di Torreglia, Angelina Cian, seconda di 15 figli che teneva in braccio il fratellino Giovanni di pochi mesi per ripararlo dal freddo. Il pittore fu attratto dai lineamenti dolci della ragazza e le chiese di farle da modella con l’intento di rappresentare la Maternità.

Il quadro con il quale l’artista vinse la Biennale di Venezia del 1897, fu acquistato per 30 mila lire, cifra astronomica per l’epoca e più volte rivenduto fino a finire nelle mani dei fotografi e galleristi Alinari di Firenze. Prima di rivenderlo, data la fama raggiunta dall’opera d’arte in tutto il mondo, si riservarono il diritto di riproduzione. Dell’originale però si sono perse le tracce.

IL GIALLO

Su dove si trovi quell’opera d’arte è un mistero del quale si è occupata anche la trasmissione “Chi l’ha visto?” di Rai3. Le ultime notizie risalgono a diversi anni fa. Si dice che l’ultima persona ad acquistarla sia stato un diplomatico americano in Europa che durante il viaggio di ritorno negli Stati Uniti la nave su cui viaggiava fu affondata da una tempesta o silurata da un sottomarino tedesco e la Madonnina finì negli abissi.

Una versione che non convince l’associazione culturale “Roberto Ferruzzi” di Torreglia che sta cercando di mettersi in contatto con i parenti del diplomatico. Sulla questione si è interessato anche il senatore Antonio De Poli che ha presentato un’interrogazione parlamentare affinché il Ministero dei Beni Culturali si attivi per recuperare il prezioso dipinto. —

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