Toscani di nuovo a Fabrica, cuore creativo di Benetton

Treviso. Per il fotografo rapporto di collaborazione con la struttura lanciata negli anni ’80

TREVISO. Oliviero Toscani torna a Fabrica, la fucina creativa voluta dalla famiglia Benetton. Il laboratorio che lui stesso ha contribuito a far nascere e crescere. Frutto della visione avuta assieme a Luciano Benetton, nei primi anni ’80, in quella villa Pastega Manera di Catena, poche centinaia di metri dopo il Palaverde. Una villa veneta rinascimentale che ha preso nuova vita con il progetto di Tadao Ando, e che dal 1993-’94 è uno dei centri creativi più famosi al mondo, think tank multimediale, in anticipo sul mondo che avrebbe incontrato trasformazioni epocali e globali, digitali e non.

Non è ancora definito il ruolo di Toscani, che ha oggi 75 anni. Ma per il momento sarà un rapporto di collaborazione con la «sua» scuola. Back to the future, direbbero gli americani. Corsi e ricorsi, ribatterebbe Giambattista Vico, che pure lo ha detto qualche secolo fa. E l’artista, come l’assassino per gli anglosassoni, deve tornare sul luogo del “delitto”, o della creazione. E ai popoli antichi non dicevano che il tempo è l’eterno ritorno alle origini, ciclo primordiale e cerchio che si chiude?


Lo ha convinto il grande amico Carlo Tunioli, dal 2014 presidente e amministratore delegato di Fabrica, in passato uomo di Benetton negli States, e adesso di fatto anche responsabile della comunicazione di Benetton Group. È successo pochi mesi fa, quando Gianluca Pastore ha lasciato l’azienda di villa Minelli, dov’era worldwide & communciations director, per diventare direttore marketing e comunicazione di Msc Mediterranean Shipping Company, a Ginevra. Seguendo le orme, va detto, di Luca Biondolillo, che fino al 2015 aveva lavorato in Benetton a capo dell’ufficio stampa, e divenuto successivamente responsabile comunicazione del settore passeggeri di Msc.



Il ritorno di Toscani, conoscendo il suo talento e la sua creatività, non ha nulla del già visto, ma porta già suggestioni straordinarie: difficile che il fotografo e creativo si limiti all’ambito della fucina Fabrica, che ha appena compiuto 23 anni. È lo stesso ruolo di Tunioli - che unisce villa Minelli alla seicentesca villa Pastega - a suggerire un collegamento diretto con Benetton Group, lungo quei sette chilometri che separano le due dimore, fra Catena e Paderno di Ponzano, lungo quella Postumia Romana che è storica spina dorsale del sistema produttivo dei Colors.

Sarà il nuovo antico messaggero dei capi prodotti a Ponzano, oggi non più centrali e totalizzanti nell’impero della famiglia? Una sfida e una frontiera, per Toscani, mentre nell’operazione ritorno non può essere estraneo il ruolo di Luciano Benetton. Il “patriarca” negli anni della separazione è sempre rimasto grandissimo amico di Toscani, come testimoniano per ultimi i caldissimi abbracci a Cortina. Del resto, il fondatore non ha mai dimenticato il genio che con le immagini choc delle campagne anni ’80 ha completatoo sul piano del marketing e della visibilità la rivoluzione tessile che ha colorato d’un tratto un mondo che si presentava vestito in bianco e nero, come i televisori.

Talenti e visioni che non si sono mai perdute, evidentemente. E un feeling che forse ha ancora cose da dire, da inventare. Superando d’un sol colpo la separazione, nel 2000 (dopo 18 anni, una maggior età), le cause giudiziarie e le bufere piovute su Toscani nella nostra regione per le sue esternazioni sui veneti ubriaconi. E per gli epiteti che Gentilini e la Lega ancora non gli perdonano. Ma lui è sempre stato assolto, o non rinviato a giudizio.

Il filo fra Treviso (Ponzano e Villorba) da un lato e la Maremma dall’altro, dove risiede Toscani, dunque non si è dunque mai spezzato. Come quello di Arianna nel labirinto. Percorsi e incroci, come quelli dei punti (ah, il folpetto che ha scandito la saga dei Benetton). Toscani ha fatto diventare icona mondiale un’irripetibile avventura imprenditoriale di famiglia. Tutto ha sdoganato: la battaglia contro l’Aids, muri, conflitto israelo-palestinese, il bacio scottante tra un prete e una suora che ha scosso il mondo cattolico, e amori diversi. E tutto ha schiaffato agli occhi del mondo, con il rettangolino verde che rimandava al colosso tessile di Ponzano

Nel frattempo, villa Minelli è diventata altro, ritagliando uno spazio sempre minore all’interno della holding Edizione, sempre più diversificata e finanziaria, sempre più votati ai trasporti e alla mobilità, dalle autostrade agli aeroporti, dalla ristorazione all’agricoltura. Ma dopo tutti questi anni – e il frullato di manager, e le ristrutturazioni, e le scelte stesse della famiglia che ha fatto un passo indietro lasciando ai manager il compito di guidare, e al solo Gilberto il ruolo di nocchiero finanziario – per Luciano Benetton e Toscani sembra non sia cambiato (quasi) nulla. Anche Alessandro, nel frattempo, si è smarcato e ha voluto percorrere una sua strada indipendente. Tutto cambia, e tutto torna.

©RIPRODUZIONE RISERVATA


 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova