Traffico di rifiuti tossici camionista condannato

Un traffico di quasi 3 mila tonnellate di rifiuti (anche pericolosi) in arrivo da regioni del sud e del nord Italia e smaltiti illegalmente in Veneto ed Emilia, con base in centri di raccolta nel Veronese.

A rivelare il mercato nero di rifiuti - sempre un grande affare, perché si evitano i costi di smaltimento in discarica - è stata un’indagine della Procura di Venezia, che ha toccato anche Padova: a trasportare parte dei rifiuti - secondo il giudice per le udienze preliminari Massimo Vicinanza, che lo ha condannato a 2 anni di reclusione con rito abbreviato (pena sospesa) - è stato, infatti, il camionista Giovanni Battista Bassan, 61enne di Solesino, che avrebbe messo il proprio camion (non autorizzato) a disposizione del traffico, smaltendo illecitamente i rifiuti presso un capannone di Roverchiara, in provincia di Verona.

Secondo l’accusa, a conferire i rifiuti illeciti e fornire di falsi formulari ad altri trasportatori, sono stati i veronesi Francesco e Alessandro Franchini, padre e figlio, legale rappresentante (l’uno) e socio (l’altro) della Eco Clean Services di Villabartolomea (sempre in provincia di Verona), condannati con rito abbreviato a 4 anni di reclusione.

Ai tre è stato contestato il trasporto illecito di 1200 tonnellate per oltre 1500 metri cubi.

«Il Wwf Italia», è stato ammesso quale parte civile a questo processo», spiega l’avvocato Elio Zaffalon, «e gli imputati sono stati condannati a risarcire a Wwf Italia il danno non patrimoniale liquidato in 5 mila euro e 2 mila euro di spese di lite».

Naturalmente, le parti potranno ricorrere in appello.

Sono però nove, in totale gli imputati in questa inchiesta: trasportatori ucraini e moldavi, produttori di rifiuti di Santa Maria Capua Vetere, referenti di “eco centri” veronesi e rodigini per il conferimento dei rifiuti.

A coordinare l’indagine e a chiedere il giudizio immediato - concesso dalla gip Marta Paccagnella - è stata la Procura di Venezia, che contesta «un disegno criminoso, al fine di trarre un ingiusto profitto complessivamente stimato in non meno di 550 mila euro, attraverso l’allestimento di mezzi e attività continuative ed organizzate, ricevevano, trasportavano, gestivano e smaltivano abusivamente ingenti quantità di rifiuti per 2.284 tonnellate».

Scarti meccanici, parti contenenti sostanze pericolose, imballaggi misti, rifiuti di plastica, scarti di fibre tessili lavorate, scarti di costruzione e demolizione. Rifiuti provenienti da Veneto, Lombardia, Campania, Toscana, Liguria «e illegittimamente smaltiti tra il veneto, l’Emilia Romagna e località non note». —



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