Troppi condizionatori, notte di blackout elettrico
PADOVA. Troppo caldo, troppi condizionatori accesi e blackout notturni in alcune zone della provincia padovana.
Il blackout più lungo si è verificato in città, nel quartiere di Chiesanuova, dove un centinaio di famiglie sono rimaste senza corrente per circa otto ore. Inutili le chiamate all’Enel anche da San Bellino, via Guardi, dove la corrente è saltata alle 21.30.
È stata una notte “bollente” anche per i residenti del popoloso quartiere di San Biagio di Teolo che a causa di un guasto a un trasformatore di corrente della cabina dell’Enel sono rimasti senza energia elettrica per diverse ore. La causa del guasto è da imputare al notevole consumo di queste ore dovuto al caldo. Il problema è stato risolto intorno alle 5 del mattino. La stessa cosa era successa la sera prima a Teolo Alto. Anche in quel caso a provocare il black-out era stato un trasformatore che si era surriscaldato per il notevole consumo di energia, dovuto in questi giorni soprattutto al funzionamento dei condizionatori d’aria.
Disagi e di proteste anche a Cartura per il blackout che ha interessato soprattutto la frazione di Cagnola. Dalle 23.30 circa sono rimaste al buio, e al caldo, le abitazioni lungo la provinciale via Padova, le strade laterali della frazione e il quartiere Pier Paolo Martinati. Numerose le telefonate di protesta da parte dei residenti alle prese con frigoriferi e condizionatori spenti. Disagi anche per le attività commerciali, dal bar al panificio. L’elettricità è tornata solo al mattino, verso le 7.30.
Enel Distribuzione fa sapere che oltre 50 tecnici delle squadre di pronto intervento stanno lavorando senza sosta per riparare i guasti registrati a causa del caldo, sia con manovre di telecontrollo, sia con interventi diretti sul posto. «Tutti gli eventi verificatisi sia sulla rete di Media Tensione che su quella di Bassa Tensione sono stati ripristinati», dice l’azienda, «ad eccezione dei guasti a Piombino Dese e a Teolo per i quali si è resa necessaria la sostituzione di parti complesse, con conseguente prolungamento delle disalimentazioni».
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