Troppi errori in cassa, licenziato. Il giudice: dategli 16 mensilità

PADOVA. Per esigenze aziendali dei nuovi padroni del supermercato aveva lasciato il lavoro come banconiere di salumi e formaggi ed era stato messo in servizio alla cassa. Dove aveva degli errori contabili e così sono fioccati dei richiami: 20 nell’arco di otto mesi, al termine dei quali è stato licenziato.
Ma il dipendente, Antonio B., assistito dall’avvocato Roberto Finocchiaro, una soddisfazione se l’è tolta: non è stato ora reintegrato nel posto di lavoro, ma è stato accertato che la decisione è stata sproporzionata. Passare dall’affettare salumi e tagliare formaggi a conteggiare i soldi in cassa è un cambiamento radicale per chi, dietro il bancone c’era stato molti anni. Il licenziamento viene intimato lo scorso anno al dipendente del supermercato marchio Conad di via Facciolati. Il lavoratore era stato per molti anni, 15, addetto al banco nel punto vendita di Legnaro ma al momento della cessione da parte di Billa del supermercato di via Facciolati alla società per cui il dipendente lavorava (Sgr srl, marchio Conad), a settembre 2015 veniva prima trasferito a Padova e subito dopo assegnato al reparto casse.
Nell’arco di 8 mesi lo stesso commetteva vari errori nella conta (sia in positivo che in negativo) e nel deposito dei denari di cassa e dopo 20 contestazioni disciplinari veniva licenziato per giusta causa. Licenziamento che è stato poi impugnato contestando in particolare la sproporzionalità dello stesso fronte dei fatti contestati, «essendo evidente che non vi fosse alcun intento doloso del lavoratore se si considerano anche le nuove mansioni che si assumevano, anche dequalificanti per una dipendente che per 15 anni aveva svolto la figura del banconiere» dice il legale. Il Giudice del Lavoro di Padova Maurizio Pascali ha accolto questa ultima tesi dichiarando illegittimo il licenziamento e condannando l’azienda a pagare all’ex dipendente 16 mensilità di retribuzione globale di fatto. In sostanza la buona fede del dipendente ha contato. Non c’è stato reintegro nel posto di lavoro (la legge Fornero non lo prevede), ma l’indennità per il licenziamento sproporzionato, sì.
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