Trova un “Bot” del 1934, padovana di 108 anni sfida Bankitalia: «Mi deve 135 mila euro»

Cristina Ferri ha ottenuto il decreto ingiuntivo dal Giudice di pace. L’investimento di mille lire l’aveva fatto il marito commerciante

PADOVA. Un vecchio pezzo di carta sgualcito che, rinvenuto dopo oltre cinquant’anni e che chissà quante volte è stato vicino a finire nella pattumiera, “rischia” di valere oggi la bellezza di 135 mila euro. Anzi, li vale già. E a sborsare la somma dovrà essere la Banca d’Italia. Ad attendere il bonifico una donna di 108 anni. Cristina Ferri, padovana da pochi anni trasferitasi a Vercelli dove abita l’unica nipote, ha molti anni - vero - ma altrettanta tenacia. Quel Certificato di debito pubblico del Regno d’Italia emesso il primo luglio del 1934 per il valore di mille lire deve esserle reso con la rivalutazione e gli interessi. Il Giudice di pace le ha dato ragione. E ha emesso il decreto ingiuntivo.

marito previdente

L’investimento di quelle mille lire nel 1934 l’aveva fatto il marito di Anna ferri, un facoltoso commerciante. «All’epoca, fra le due Guerre, con quei soldi si comprava una casetta» rileva l’avvocato Stefano Rossi che assiste l’anziana, «quindi era una cifra cospicua. Il marito della signora Cristina decisa di investire nel Certificato di debito, il corrispettivo di un Titolo di Stato oggi». Per decenni di quel pezzo di cara si era persa traccia. Probabilmente nemmeno l’anziana ne conosceva l’esistenza. O, pur conoscendola, non immaginava certo che potesse avere quel valore.

tesoretto inaspettato

Il Certificato è stato rinvenuto fra le vecchie carte della donna lo scorso febbraio. Quasi per caso, tramite conoscenze, è arrivato sulla scrivania dell’avvocato Stefano Rossi che fa parte dell’Associazione italiana Risparmiatori. «Non è il primo caso che ci capita» rivela il legale, «e come già per altri, abbiamo prospettato alla signora la possibilità di richiedere un decreto ingiuntivo alla Banca d’Italia per ottenere la somma con la rivalutazione, la ricapitalizzazione e gli interessi maturati». Il conto è salito fino a 135 mila euro.

decreto ingiuntivo

Cristina Ferri ha prima presentato una diffida alla banca d’Italia che quest’ultima ha semplicemente ignorato. Quindi ha presentato al Giudice di pace un ricorso per ottenere il decreto ingiuntivo verso la Banca d’Italia. Ricorso che il Giudice ha accolto emettendo il decreto. Di fatto, l’anziana è creditrice di 135 mila euro. «La Banca d’Italia» sottolinea l’avvocato Rossi, «ha 40 giorni di tempo per fare opposizione al decreto. Trascorso questo termine dovrà pagare ed è quello che ovviamente ci auguriamo accada e nei tempi più rapidi possibile». L’Associazione italiana Risparmiatori stima che ci sia un tesoro sommerso di almeno 30 milioni di euro tra buoni postali, certificati di debito e titoli di Stato “dormienti”. Informazioni e consigli si possono trovare su www.fondazioneitalianarisparmiatori.it. —

Elena Livieri
 

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