Truffa delle richieste gonfiate dopo l’alluvione: indagati in quattro

Conclusa l’indagine preliminare per tre imprenditori e un ex assessore di Este in veste di agrotecnico

ESTE. Sono indagati per aver incassato, o aver tentato di farlo, del denaro pubblico destinato ai danni per l’alluvione del 2010, risarcimenti che invece non spettavano loro. La procura ha concluso l’indagine preliminare, l’atto precedente alla richiesta di rinvio a giudizio, per tre imprenditori: Piergiorgio Battistella, 66 anni di Este, Giancarlo Goldin, 63 anni, pure lui di Este, e Carlo Simonato, 51 anni di Due Carrare. A tutti e tre viene contestata la truffa.

Con loro è indagato pure Pericle Predielis, 51 anni, nella sua funzione di agrotecnico. Per il pm Federica Baccaglini avrebbe attestato falsamente, nelle perizie asseverate il 30 novembre 2010, relative alla Ape Scarl, e del 6 dicembre 2010, relative a Piante Italia srl, la presenza di beni e strumenti, al fine di ottenere i contributi per il ristoro dei danni subiti dalle alluvioni. Atto compiuto a scopo di lucro. Predielis è stato assessore e consigliere in Comune a Este.

La situazione più pesante la procura la contesta a Goldin, nella sua qualità di legale rappresentante della Produzioni agricole ecocompatibili Scarl (Ape Scarl): avrebbe indicato come presenti nella serra di via Comuna, di proprietà della Sesa spa, semi di pomodoro per 15 mila tonnellate, oltre a un carrello elevatore, un impianto dolcificatore e un nebulizzatore, in realtà non esistenti. O comunque, quanto ai semi, presenti in misura notevolmente ridotta. Così facendo, secondo l’accusa, ha indotto in errore i funzionari del Comune di Este che gli hanno liquidato un risarcimento danni, successivamente a un’ordinanza del presidente del Veneto, Luca Zaia, del 5 luglio 2011, di 148 mila euro, a fronte di un contributo realmente spettante di 25 mila euro. Il saldo finale della cifra è avvenuto il 26 febbraio del 2013.

La truffa viene contestata anche a Piergiorgio Battistella, titolare dell’omonima ditta individuale, anche se in questo caso il rimborso per i danni dell’alluvione è di 2.400 euro, dei quali solo 500 euro già liquidati. La domanda di risarcimento conterrebbe dei dati falsi riguardo all’estensione dei terreni alluvionati, allegando una fattura di acquisto di semi, posteriore agli eventi.

Per quanto riguarda Simonato, l’accusa lo vede responsabile quale legale rappresentante della Piante Italia srl: nella domanda di rimborso, sempre in seguito all’alluvione, erano stati indicati come presenti nella serra di via Comuna - di proprietà della Sesa spa - beni e scorte di materiale per un valore complessivo di 64 mila euro. Un dato che sarebbe risultato falso poichè non solo la ditta non aveva la disponibilità della serra al momento dell’alluvione, ma non vi teneva nessun bene, visto che non fu in grado di documentare la presenza dei materiali indicati nella perizia. Comunque venne chiesto un contributo di oltre 39 mila euro, che non era stato comunque incassato per l’intervento del liquidatore e quindi per cause indipendenti alla volontà del richiedente.

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