Un “chilometro di rose” all’ingresso di Saonara

Strada dei Vivai abbellita da 8mila piante da fiore, a Flormart un padiglione interamente dedicato al comune. E il progetto di un museo alla casa Sgaravatti
Di Silvia Quaranta

SAONARA. Già da un chilometro di distanza, il Comune di Saonara sarà annunciato da un tappeto di rose rosse: si chiama "il chilometro delle rose", ed è formato da una distesa di ottomila roseti e sessanta alberi da frutto. L'operazione nasce dalla collaborazione tra il Comune di Saonara e Geo spa (che da settembre scorso ha in gestione la Fiera di Padova) e regalerà una suggestiva porta d'accesso alla città dei vivai, valorizzandone la naturale vocazione e, al contempo, ridisegnando il verde urbano.

Le rose. Di specie Europeana, sono state piantumate in questi giorni lungo la strada dei vivai, nell'area verde che separa le due carreggiate stradali. Al momento sono appena visibili, ma le piante cresceranno a grande velocità e la fioritura è attesa già nelle prossime settimane. «L'impegno che l'amministrazione comunale di Saonara sta mettendo per il rilancio del settore vivaistico», spiega il sindaco Walter Stefan, «ha trovato in Geo un generoso sponsor. Il nuovo "km delle rose" propone un'immagine di rara bellezza, che esalta la specificità della produzione locale e delle sue aziende vivaistiche, proprio nel territorio in cui il vivaismo è nato agli inizi dell'Ottocento con il nome di Sgaravatti». Il percorso fiorito è stato progettato e realizzato nell'ambito di Flormart, il Salone Internazionale dedicato al Florovivaismo in programma dal 21 al 23 settembre 2017.

Padiglione riservato. Non sarà l'unica novità dedicata a Saonara: «Per la prima volta», anticipa Andrea Olivi, presidente di Geo, «il Comune avrà un padiglione dedicato: sarà uno spazio in grado di esaltare le peculiarità del luogo, considerato in tutta Italia e ancor più all'estero come la prestigiosa patria dei vivai». «Il nostro obiettivo» continua Luca Griggio, amministratore delegato di Geo «è quello di valorizzare il genius loci e mettere in rete l'eccellenza del territorio, con iniziative innovative». E proprio secondo questa filosofia, negli ultimi mesi la società ha iniziato a dialogare con un imprenditore, Dino Bortoletto, proprietario della Casa Sgaravatti, una delle dimore storiche della famiglia che nell’Ottocento iniziò a esportare piante e fiori in tutta Europa.

Museo dei vivaismo. Se oggi il nome di Saonara è indissolubilmente legato ai vivai, è grazie alla dinastia Sgaravatti: una continuità da recuperare, non solo in modo conservativo. «Ci piacerebbe prendere in gestione la casa», dice Griggio, «per trasformarla in un museo. Non un luogo statico, però: vogliamo sì un teatro della botanica, ma anche un laboratorio dove far germogliare brevetti e prodotti commerciali da esportare. Immaginiamo uno spazio dedicato alla ricerca e all'innovazione, da gestire in stretta collaborazione con Veneto Agricoltura e con l'Orto Botanico dell'Università».

A proposito di innovazioni, Geo ha già un'idea su quello che dovrebbe diventare il marchio del vivaismo locale: un vaso per le piante completamente biodegradabile, ideato da una giovane startup (SmartVase) composta da docenti e ricercatori dell'università di Salerno.

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