Un esercito di robot in forza alla Corazza Nuovo gioiello logistico del packaging

DORO - FOTOPIRAN - PONTE SAN NICOLO' - NUOVA AREA ROBOTIZZATA SACCHETTIFICIO CORAZZA
DORO - FOTOPIRAN - PONTE SAN NICOLO' - NUOVA AREA ROBOTIZZATA SACCHETTIFICIO CORAZZA

PONTE SAN NICOLò. Dai primissimi sacchetti di cotone all’esercito di robot che gestiscono, da soli, uno sconfinato magazzino in grado di stoccare ben 18 mila bancali. Nuova pagina nella storia secolare del Sacchettificio nazionale Corazza, fondato nel 1925 a Roncaglia e che ora, nella zona artigianale di Roncajette, si estende su 55 mila metri quadrati, commercia con 37 paesi del mondo e che continua a crescere grazie all’export, che nel 2018 ha raggiunto il 77% del fatturato. Da oltre mezzo secolo il Sacchettificio Corazza ha scelto la strada della specializzazione, diventando così leader incontrastato di nicchie quali le confezioni di pet food – il cibo per gli animali domestici. Alla presenza di autorità civili, religiose e militari, ieri mattina è stato inaugurato il nuovo magazzino robotizzato del Sacchettificio Corazza. Collegato con un ponte sopraelevato sulla strada pubblica agli stabilimenti produttivi, il magazzino sembra l’hub di un affollato aeroporto affacciato sull’ Europa e sul mondo. Imponenti baie di carico ritirano dai camion le materie prime e consegnano i prodotti finiti in partenza: il resto lo fanno da soli i carrelli robotizzati, in grado di movimentare oltre 150 mila pallet all’anno per tutto lo stabilimento. Dentro il magazzino si respira aria di “alta montagna”: l’ossigeno viene mantenuto sotto il 15% per impedire sul nascere ogni rischio di incendi. Un investimento e una scommessa voluti dal presidente Benito Selmin che consentirà di aumentare la produzione del 25% e di incrementare la forza lavoro arrivando a 200 dipendenti. «Già nel 2019», ha commentato Selmin, «ci saranno innovazioni per le produzioni in carta e in plastica. Vogliamo continuare ad essere una realtà leader del settore a livello europeo. La nostra formula vincente è spirito di squadra, sia all’interno dell’azienda, sia nel rapporto con i collaboratori, i fornitori e le maestranze». Pilastri altrettanto solidi dei 200, profondi fino a 34 metri, che sostengono il magazzino. «Per fare bene le cose», ha concluso il cavalier Selmin, «non basta l’intelligenza, ma dobbiamo metterci il cuore». Prima del taglio del nastro e della benedizione di don Marco Cagol, vicario per i rapporti con il territorio, hanno parlato il sindaco Enrico Rinuncini e l’assessore Martino Schiavon: «L’Italia», ha detto Rinuncini, «ha la fortuna di avere uomini straordinari che guardano con lungimiranza oltre a tutti i limiti», ricordando la collaborazione con gli enti pubblici che ha permesso la realizzazione del magazzino in soli 16 mesi. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore veneto Roberto Marcato. —

Andrea Canton

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova